Sommario

Gaza

Due settimane sotto le bombe. Amira Hass, Mazen Kerbaj, Daoud Kuttab

777 (9/15 gennaio 2009)
777 (9/15 gennaio 2009)

Scienza

L’amaro calice dei tempi andati

Ha un sapore indescrivibile che si apprezza con il tempo. Pungente e deciso, amaro e seducente, il Fernet Branca ha conquistato San Francisco. E il mensile Atlantic

Viaggi

Spettacolo naturale

Nella conca di Mafate, a duemila metri d’altitudine, si vive senza elettricità. Non ci sono strade né auto e si seguono i ritmi della natura. Trekking nel parco nazionale dell’isola di Réunion

Idee

Mentalità velenosa

Giudicare gli errori di chi ha vissuto nell’epoca dei totalitarismi non è facile. Si rischia di essere più dogmatici delle idee che condanniamo

Ad alta voce

La sera del 27 dicembre, a poche ore dall’inizio degli attacchi aerei su Gaza, lo scrittore inglese John Berger ha spedito quest’email: “Siamo spettatori dell’ultimo capitolo del conflitto tra Israele e i palestinesi, cominciato sessant’anni fa. Sulla complessità di questo tragico conflitto sono state pronunciate miliardi di parole, in difesa di una parte e dell’altra. Ma oggi, con gli attacchi su Gaza, è diventato chiaro a tutti qual è il calcolo che in modo nascosto è sempre stato presente: la morte di un israeliano giustifica l’uccisione di centinaia di palestinesi. Lo ripetono il governo israeliano e quasi tutti i mezzi d’informazione del mondo. È un’affermazione profondamente razzista, che ha accompagnato e giustificato la più lunga occupazione di un territorio straniero nel ventesimo secolo. Che gli ebrei debbano accettarlo, che il mondo debba consentirlo e che i palestinesi debbano subirlo è uno strano scherzo della storia. Ma non c’è niente da ridere. Possiamo, invece, respingerlo, e ad alta voce. Facciamolo”. Leggi

Cultura

Lettere da Istanbul

La Turchia è stata ospite d’onore alla Fiera del libro di Francoforte che si è svolta a metà ottobre. Autori nuovi e affermati visti dalla stampa tedesca

Asia e Pacifico

Il Giappone si prepara per un anno in salita

Cuba

La rivoluzione è finita

Il 1 gennaio 1959 Fidel Castro liberava Cuba dalla dittatura di Batista. Il suo slogan era pane per tutti. Ma oggi l’isola è in una situazione disastrosa. E aspetta il cambiamento

Confronti

La memoria dei turchi

Quattro intellettuali turchi hanno lanciato un appello per chiedere perdono agli armeni per il genocidio del 1915. Uno dei promotori spiega l’iniziativa. Risponde un editorialista contrario

Africa e Medio Oriente

I nuovi leader della Guinea

In copertina

La guerra, a torto o a ragione

Israele dice di essere stato provocato da Hamas. Ma Gaza era sotto embargo da novembre. È stato fatto tutto il possibile per evitare questa guerra?

Cuba

Nelle mani di anziani ribelli

Cuba diventerà un’altra Haiti o sarà la nuova Atene dei Caraibi? Molto dipenderà dall’eredità della rivoluzione, scrive Yoani Sánchez

Emirati Arabi Uniti

Il futuro nel deserto

Le foto di Peter Bialobrzeski

In copertina

Israele è riuscito a rianimare Hamas

Il Movimento di resistenza islamica era in crisi: i consensi erano in calo e i suoi obiettivi sempre più lontani. Ora è diventato un interlocutore obbligato

Americhe

Più disoccupati, meno immigrati

Visti dagli altri

Un premier in retromarcia

Governare è più difficile del previsto per Silvio Berlusconi. Gli alleati, il presidente della repubblica e l’Unione europea cercano di moderare i suoi eccessi

Ritratti

Nadezhda Ataeva. Il dovere di denunciare

Ha lasciato l’Uzbekistan perché non voleva vivere in una dittatura. Oggi è rifugiata in Francia, dove ha fondato un’associazione che si batte per i diritti umani in Asia centrale

La notte di Gaza

Dal 27 dicembre la Striscia è sotto le bombe. Cosa significa vivere ogni giorno con il terrore, perdere tutto, non avere un luogo sicuro in cui rifugiarsi? Leggi

Scienza

Quel bicchiere di troppo

I postumi della sbornia sono antichi come l’uomo, eppure non c’è una medicina per curarli. Quando arrivano è sempre troppo tardi. E il giorno dopo ognuno ha il suo metodo

Scienza e tecnologia

Tutti i gas delle mucche

Emirati Arabi Uniti

Petrodollari ed energia pulita

Gli Emirati Arabi Uniti hanno deciso di investire i ricavi del greggio nelle tecnologie verdi. Un esempio è la città ecocompatibile di Masdar

Economia e lavoro

I contadini brasiliani sommersi dai debiti

Opinioni

Annali dall’impero

Opinioni

Il resto del mondo

Dormire comodi in poco spazio

Devo confessare che ho sempre avuto un debole per le sveglie da viaggio che si leggono bene di notte. Leggi

Opinioni

L’ingiustizia della storia

Opinioni

Capodanno a Las Vegas

Opinioni

Notizie a perdere

Opinioni

Il bravo ministro dell’istruzione

Portfolio

I dannati della discarica

I nostri rifiuti elettronici, pieni di sostanze tossiche, finiscono nei paesi in via di sviluppo. Il reportage di Robert Knoth da Karachi

Blog

La finestra rotta su internet

Opinioni

Da soli non si può

Europa

L’ultima opportunità del Belgio

Opinioni

Un 2009 di speranze

Opinioni

Piccoli piaceri invernali

Opinioni

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