Nel 2023 il pianeta ha perso una superficie di foresta pluviale tropicale equivalente a dieci campi da calcio al minuto, nonostante i progressi registrati in Brasile e in Colombia.
In totale sono andati persi 3,7 milioni di ettari di foresta vergine, un’area grande quasi quanto il Bhutan, secondo un rapporto pubblicato il 4 aprile dal World resources institute (Wri) in collaborazione con l’università del Maryland.
Questa cifra comprende le perdite dovute a varie cause: deforestazione per fare spazio all’agricoltura, sfruttamento forestale, distruzione accidentale e incendi.
Iscriviti a Pianeta |
Ogni giovedì le notizie più importanti sulla crisi climatica e ambientale. A cura di Gabriele Crescente.
|
Iscriviti |
Iscriviti a Pianeta
|
Ogni giovedì le notizie più importanti sulla crisi climatica e ambientale. A cura di Gabriele Crescente.
|
Iscriviti |
La perdita di superficie forestale si è ridotta del 9 per cento rispetto al 2022, grazie a un netto miglioramento in Brasile e in Colombia compensato però quasi del tutto da peggioramenti in altri paesi.
“Le perdite rimangono a livelli ostinatamente alti, quasi identici a quelli del 2019 e del 2021”, affermano gli autori del rapporto.
“L’anno scorso il mondo ha fatto due passi avanti e due indietro”, ha commentato nel corso di una conferenza stampa Mikaela Weisse del Wri.
Riduzioni del 36 e del 49 per cento
Il rapporto si concentra sulle foreste tropicali, più soggette alla deforestazione volontaria e molto importanti per la biodiversità e per la capacità di assorbire il carbonio.
Per quanto riguarda le buone notizie, la deforestazione in Brasile si è ridotta del 36 per cento, raggiungendo il livello più basso dal 2015, grazie alle misure di protezione introdotte dal presidente Luiz Inácio Lula da Silva.
Tuttavia, a un netto miglioramento in Amazzonia è corrisposto un peggioramento nel Cerrado, una savana tropicale messa sotto pressione dall’espansione dell’agricoltura.
In Colombia la deforestazione si è ridotta addirittura del 49 per cento, grazie agli sforzi compiuti dal presidente di sinistra Gustavo Petro.
Bolivia, Laos e Nicaragua
“I notevoli passi avanti compiuti in questi due Paesi sottolineano l’importanza della volontà politica in materia di protezione delle foreste”, ha dichiarato Weisse. “Il resto del mondo deve seguire il loro esempio o perderemo uno degli strumenti più efficaci per combattere la crisi climatica, proteggere la biodiversità e sostenere la salute e i mezzi di sussistenza di milioni di persone”.
I paesi in cui la situazione è peggiorata di più sono la Bolivia, il Laos e il Nicaragua.
Al di fuori dei tropici, una stagione degli incendi devastante ha quintuplicato la distruzione della foresta in Canada.
Durante la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima Cop26, che si è svolta a Glasgow nel 2021, i leader mondiali si sono impegnati a fermare la deforestazione entro il 2030.