La polizia antisommossa irlandese forma un cordone di protezione a Dublino, mentre decine di persone scendono in strada in seguito a un accoltellamento vicino a una scuola, il 23 novembre. (Peter Murphy, Afp)

Le persone coinvolte nelle violenze scoppiate a Dublino e attribuite all’estrema destra “sono una vergogna per l’Irlanda”, ha dichiarato il 24 novembre il primo ministro Leo Varadkar.

“Queste persone affermano di difendere i cittadini irlandesi”, ma “mettono in pericolo” i “più innocenti e vulnerabili”, ha detto il premier parlando alla stampa. “Sono una vergogna per Dublino, una vergogna per l’Irlanda, una vergogna per le loro famiglie e per loro stessi”.

Sono 34 le persone arrestate dopo gli scontri avvenuti il 23 novembre a Dublino, in Irlanda, tra alcuni manifestanti dell’estrema destra e la polizia. Lo riferisce la polizia irlandese, secondo cui violenze di strada di questo tipo non si vedevano da decenni.

Il 23 novembre a Dublino, a Parnell square, c’è stato un attacco vicino a una scuola. Cinque persone sono rimaste ferite, due delle quali in maniera grave. Per l’azione è stato fermato un uomo, ma è stata esclusa la matrice terroristica. Una lavoratrice dell’asilo e una bambina di cinque anni sono in gravi condizioni. Dopo l’attacco, alcuni gruppi di estrema destra sono scesi in strada per protestare e hanno dato alle fiamme diverse auto. Negli scontri è rimasto ferito anche un agente della polizia.