Il tribunale dove si è svolta l’udienza su Kate Cox a Austin, in Texas, 7 dicembre 2023. (Suzanne Cordeiro, Afp)

La corte suprema del Texas ha annullato l’11 dicembre una sentenza che autorizzava una donna statunitense con una gravidanza ad alto rischio ad abortire, poche ore dopo che i suoi avvocati avevano annunciato che era stata “costretta” a lasciare lo stato.

Incinta di circa ventuno settimane, Kate Cox, 31 anni, ha avuto di recente conferma che il feto è affetto da trisomia 18 (nota anche come sindrome di Edwards), un’anomalia cromosomica associata a gravi malformazioni.

Il feto rischia di morire nell’utero e, anche se la gravidanza fosse portata a termine, c’è un’alta probabilità che nasca morto o muoia pochi giorni dopo il parto.

Secondo il medico di Cox, la gravidanza mette a rischio anche la salute e la fertilità della sua assistita. Ma la donna non ha potuto abortire a causa delle leggi restrittive del Texas.

Cox, che ha due figli, ha quindi avviato un’azione legale per poter abortire nello stato. La settimana scorsa una giudice ha accolto la sua richiesta, ma il procuratore generale del Texas Ken Paxton ha presentato ricorso alla corte suprema dello stato.

La corte ha prima sospeso e poi annullato la decisione della giudice, rinviando la questione alle autorità sanitarie.

“Questa decisione non impedisce un aborto d’emergenza se un medico ritiene che la procedura sia necessaria, in conformità con la legge”, ha affermato la corte.

Il caso illustra le difficoltà che pazienti e medici si trovano ad affrontare da quando, nel giugno 2022, la corte suprema degli Stati Uniti ha revocato la tutela federale al diritto d’aborto. Da allora vari stati hanno limitato o addirittura vietato l’interruzione volontaria di gravidanza.

Poche ore prima della decisione della corte suprema del Texas, gli avvocati di Cox hanno annunciato che la donna è stata costretta a lasciare lo stato per abortire.

“A causa del deterioramento delle sue condizioni di salute, è dovuta andare a ricevere cure altrove”, hanno affermato.

“Questa settimana d’incertezza è stata terribile per Cox”, ha dichiarato Nancy Northup, presidente del Center for reproductive rights, l’organizzazione che ha presentato il ricorso per suo conto.

“La legge del Texas è completamente folle”, ha dichiarato il deputato democratico dell’Ohio Greg Landsman sul social network X. “Alcune donne moriranno a causa di questi divieti estremi”.

Medici terrorizzati

Il Center for reproductive rights non ha precisato dove Cox andrà ad abortire. Secondo l’organizzazione, la donna ha ricevuto offerte di aiuto “dal Kansas al Colorado e al Canada”.

Il Texas vieta qualunque tipo di aborto, anche in caso di incesto o stupro. L’unica eccezione è prevista in caso di pericolo di morte o di grave disabilità per la gestante. Ma i sostenitori del diritto d’aborto sostengono che le eccezioni sono troppo vaghe e che i medici sono terrorizzati dal rischio di essere incriminati.

Quando la giudice ha accolto il ricorso di Cox, il procuratore generale Ken Paxton, un repubblicano ultraconservatore, ha inviato una lettera a tre ospedali, avvertendoli che la sentenza non li avrebbe protetti “dalla responsabilità civile e penale per aver violato le leggi sull’aborto del Texas”.

In Texas i medici rischiano fino a 99 anni di prigione, una multa da centomila dollari e la revoca della licenza se praticano un aborto al di fuori del quadro giuridico previsto dalla legge.