Erbil, Kurdistan iracheno, 16 gennaio 2024. (Kurdistan 24)

L’Iraq ha contestato il 16 gennaio un raid iraniano nella regione autonoma del Kurdistan, definendolo un’aggressione e una violazione della sua sovranità, mentre Teheran ha rivendicato un’operazione mirata contro un “centro di spionaggio” israeliano.

Secondo fonti curde, il raid ha causato la morte di quattro civili.

La sera del 15 gennaio l’agenzia di stampa iraniana Irna ha affermato che i Guardiani della rivoluzione, l’esercito ideologico della Repubblica islamica, hanno compiuto un attacco alla periferia di Erbil, capoluogo del Kurdistan iracheno.

Secondo l’Irna, alcuni missili hanno distrutto un “quartier generale dei servizi segreti israeliani”. Israele non ha commentato la notizia.

Il ministero degli esteri iracheno ha condannato “un’aggressione che mina la sovranità dell’Iraq e mette a rischio la sicurezza della popolazione”.

Ha convocato l’incaricato d’affari iraniano per una protesta ufficiale e ha richiamato il suo ambasciatore a Teheran per consultazioni.

L’episodio è legato all’aumento delle tensioni nella regione a causa del conflitto nella Striscia di Gaza.

Baghdad, importante alleato di Teheran ma anche partner degli Stati Uniti, sta cercando di mantenere una posizione d’equilibrio mentre gruppi armati filoiraniani compiono attacchi contro i soldati statunitensi in Iraq e in Siria.

Secondo le autorità locali, il raid a Erbil ha causato quattro morti e sei feriti. Tra le vittime ci sono un imprenditore del settore immobiliare, Peshraw Dizayee, e la moglie.

Il 16 gennaio il consigliere per la sicurezza nazionale iracheno Qassem al Aaraji ha smentito l’esistenza di un quartier generale del Mossad a Erbil.

L’attacco iraniano è una rappresaglia dopo le recenti operazioni, attribuite a Israele, contro comandanti iraniani o alleati.

Il 2 gennaio il numero due di Hamas, Saleh al Arouri, è rimasto ucciso in un raid israeliano in Libano. Pochi giorni dopo è stato ucciso Wissam Tawil, un capo militare del gruppo libanese Hezbollah.

Alla fine di dicembre Teheran ha accusato Israele di aver eliminato in Siria il generale di brigata Razi Moussavi, un comandante della Forza Quds, un’unità d’élite legata ai Guardiani della rivoluzione.