Il primo ministro belga Alexander De Croo. (Jasper Jacobs, Belga)

A due mesi dalle elezioni europee, la procura federale belga ha aperto un’inchiesta su una presunta rete di propaganda finanziata da Mosca e accusata di aver pagato dei deputati europei. La questione sarà al centro di un vertice dell’Unione europea la prossima settimana.

Alla fine di marzo la Repubblica Ceca ha rivelato che i suoi servizi di sicurezza hanno individuato una rete che diffondeva propaganda filorussa sulla guerra in Ucraina attraverso il sito Voice of Europe. Il Belgio ha poi affermato che, secondo i suoi servizi di sicurezza, alcuni eurodeputati hanno ricevuto denaro da questa rete.

“Le nostre autorità giudiziarie hanno confermato che le interferenze di Mosca sono perseguibili”, ha affermato il 12 aprile il primo ministro belga Alexander De Croo. “I pagamenti in contanti non sono avvenuti in Belgio, ma le interferenze sì”, ha aggiunto, sottolineando che il paese è sede delle istituzioni europee.

La legge belga punisce le interferenze di persone e organizzazioni straniere, tramite “doni, prestiti o altri vantaggi”, con pene detentive da sei mesi a cinque anni e con multe da mille a ventimila euro.

Voice of Europe, che ha sede a Praga, pubblica articoli fortemente critici nei confronti degli aiuti occidentali all’Ucraina, dando voce ai politici di estrema destra di tutto il continente.

Secondo i mezzi d’informazione tedeschi e cechi, il sito è stato anche usato per finanziare candidati filorussi di sei paesi(Polonia, Ungheria, Germania, Francia, Belgio e Paesi Bassi) alle elezioni europee.

Medvedčuk e Marchevsky

“L’obiettivo di Mosca è far eleggere più candidati filorussi possibile”, ha affermato De Croo.

“Dobbiamo difendere il diritto dei cittadini europei di votare liberamente e in sicurezza”, ha aggiunto.

“Oltre ai procedimenti giudiziari a livello nazionale, dobbiamo combattere la propaganda e la disinformazione russe a livello europeo, e per farlo abbiamo bisogno di nuovi strumenti”, ha concluso.

La Repubblica Ceca ha già inserito nella sua lista nera i filorussi ucraini Viktor Medvedčuk e Artem Marchevsky.

Secondo un’inchiesta del settimanale tedesco Der Spiegel, il denaro è stato consegnato in contanti ai deputati europei coinvolti durante appositi incontri a Praga, oppure trasferito tramite criptovalute, per un valore totale di “alcune centinaia di migliaia di euro”.