22 ottobre 2019 10:23

Oggi, come mi capita sempre più spesso, mi sveglio pensando a un pezzo perché è in una serie tv. Stavolta è colpa della seconda stagione di Mindhunter, che si chiude con il primo pezzo di un gran disco di Peter Gabriel. L’album è del 1980 e s’intitola, come tutti i primi quattro lp di quello che allora avremmo ancora definito “l’ex cantante dei Genesis”, solo Peter Gabriel. Dove si parla inglese lo chiamano anche Melt, perché la copertina è un Peter Gabriel che si scioglie. È anche il momento dove prende il via la sua stagione di pop più sperimentale e potente.

Caratteristica speciale: è tutto senza piatti della batteria. “Gli artisti a cui danno libertà assoluta muoiono di una morte orrenda”, raccontò divertito Gabriel qualche anno dopo. “Così quando gli dicono che c’è una cosa che non si può fare, loro diventano tutti creativi e dicono: ‘Invece io posso!’. Ecco perché stavolta avevo messo al bando i piatti”. Mah? Per me era un’ideona. Nel disco ci sono la #canzonedelgiorno e un paio di pezzi più famosi (Games without frontiers, Biko).

Solito consiglio: sentitevelo tutto. Se volete su Spotify c’è anche la bizzarra edizione in tedesco.

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