17 agosto 2019 12:14

In italiano si chiama cupa cupa, ma a seconda delle varianti dialettali si dice cupe cuipf (a Stigliano), cubbf cubbf (a Tricarico) kupi kupi (nei paesi arbëreshë). È uno strumento musicale costruito con un recipiente di legno, di latta o di terracotta, una membrana (di stoffa, di pelle animale o vescica di maiale), e una canna, fissata perpendicolarmente al centro della membrana ma senza bucarla. È usato soprattutto durante il periodo di carnevale per accompagnare il canto, sia i testi improvvisati durante le mascherate che i canti narrativi.

È da questo strumento che il musicista fiorentino Cristiano Crisci, in arte Clap! Clap!, è partito per registrare il suo brano inedito Sassi, che si può ascoltare in anteprima su Internazionale. Il pezzo sarà suonato per la prima volta dal vivo il 31 agosto all’Open Sound Festival di Matera, in programma nella città lucana dal 28 agosto al 1 settembre. Open Sound Festival è un progetto di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, coprodotto da Multietnica e Fondazione Matera Basilicata 2019.

Il programma dell’Open Sound, pensato per far incontrare la tradizione popolare della Basilicata con la musica contemporanea, prevede concerti, mostre, installazioni e workshop. Oltre a Clap! Clap!, sul palco della manifestazione, allestito all’interno della suggestiva Cava del sole, saliranno artisti come Nu Guinea, Dardust e Night Skinny. Il festival si concluderà il 1 settembre con una performance sonora curata dal compositore e artista multimediale israeliano Yuval Avital, intitolata #Urla.

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Il brano di Clap! Clap!, così come gli altri realizzati appositamente per il festival, è stato prodotto partendo dai suoni individuati dal compositore Yuval Avital e inseriti in una libreria open source che contiene campionamenti di strumenti della tradizione lucana. Con questi suoni i producers e djs ospiti del festival hanno composto pezzi inediti. Lo studio sugli strumenti antichi di millenni e sui suoni contenuti nella libreria è stato guidato dal docente ed etnomusicologo dell’Università degli Studi Milano Nicola Scaldaferri.

Sassi nasce dall’idea di ricreare un ritmo simile a quello delle danze spirituali delle tribù di tutto il mondo usando suoni provenienti dalla musica popolare occidentale”, racconta Clap! Clap!. “Allo stesso tempo, però, volevo valorizzare la timbrica degli strumenti tradizionali campionati. La cupa cupa di solito è usata come strumento percussivo, mentre in Sassi è esaltata la sua componente armonica. Anche i campanacci, che scandiscono la metrica principale, e la zampogna fanno parte della tradizione della città di Matera e della Lucania”, aggiunge il musicista.

Clap! Clap!, abituato a campionare musica africana e mediorientale, negli ultimi anni si è aperto anche alla tradizione italiana. “In altri brani, come in quelli del mio ultimo album A thousand skies, ho usato registrazioni sul campo che ho fatto nel nostro paese: dalle pietre sonore dello scultore Pinuccio Sciola ai tamburelli come triccheballacche, caccavelle e ciaramelle, ma soprattutto campanacci di ogni tipo, dalla tradizione dei Mamuthones sardi fino a quelli tirolesi. È interessante la combinazione sonora che si crea tra i suoni analogici delle drum machines come la Roland tr-808 e i suoni naturali di questi strumenti”, spiega.

Uno degli obiettivi di Open Sound è quella di valorizzare la tradizione folclorica italiana, mai abbastanza apprezzata e spesso studiata più all’estero che in Italia. Anche Clap! Clap! è sensibile a questo tema: “Servirebbero dei progetti per diffondere l’enorme quantità di materiale disponibile, in continuo cambiamento, di cui disponiamo. Ernesto De Martino, Diego Carpitella, Roberto Leydi, Maurizio Agamennone, Giorgio Adamo sono solo alcuni dei tantissimi etnomusicologi italiani che si sono dedicati alla ricerca e alla catalogazione del patrimonio musicale popolare italiano. Lavorare con questo tipo di materiale è un grande stimolo e credo sia un primo passo per diffonderlo e renderlo fruibile per un pubblico più ampio”.

Il 31 agosto Clap! Clap! porterà sul palco uno spettacolo inedito e difficilmente replicabile. “Userò molti campionamenti messi a disposizione dall’archivio di Open Sound. Le mie performance in genere sono basate sull’intesa che si crea con il pubblico e quello di Matera è fantastico. L’ultima volta che ho suonato lì, nonostante la pioggia, una folla di persone mi ha trasmesso un’energia unica che ancora oggi porto con me. Non vedo l’ora di replicare, sole, luna o pioggia che sia”.

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