03 novembre 2017 14:51

Compro molti più libri di quanti posso umanamente leggerne. Sono attratto dall’oggetto, dal colore, dall’odore. Compro anche manuali e riviste che non avrò mai il tempo di sfogliare. Posso guarire?
–Pierpaolo

Caro Pierpaolo,
propongo un piccolo esercizio di sostituzione. Nella lettera, al posto di “libri” metti “collant”, e al posto di manuali e riviste scrivici “giarrettiere e scarpe con il tacco”, poi prova a rileggere la tua domanda e vedi che effetto ti fa: “Sono attratto dall’oggetto, dal colore, dall’odore”. Il responso degli psicoanalisti di tutte le scuole sarebbe unanime: sei parte della grande famiglia dei feticisti. Ma i libri, non mi stancherò mai di ripeterlo, sono una zona franca in cui abitudini e inclinazioni che in qualunque altro ambito ci apparirebbero come sintomi nevrotici, compulsioni incontrollabili, oscure parafilie, diventano per magia motivi di vanto, adorabili idiosincrasie, segni di devozione al più puro degli amori – l’amore per la cultura.

La passione per il famigerato “odore della carta”, in cui tanti nostalgici tuffano avidamente il naso come per scongiurare l’impoverimento sensoriale della parola elettronica, cos’altro è se non una variante di quello che Freud, nei Tre saggi sulla teoria sessuale, chiamava Riechlust o piacere olfattivo? Gli odori forti, aggirando la barriera civilizzatrice della rimozione, riconducono il feticista in un paradiso perduto al di qua del pulito e dello sporco, un giardino di sensazioni sulle quali pesa ormai una condanna. Ma anche senza passare per Freud, ti pare così grande la distanza tra Baudelaire che s’immerge nei “profumi pesanti di languore” di una chioma femminile, bevendo “a lunghi sorsi il vino del ricordo”, e il bibliofilo che annusa la carta di un’edizione antica fino a gremire di fantasmi la sua alcova-biblioteca?

Ma preferisco risponderti capovolgendo i termini del dilemma. Dici che compri più libri di quanti potrai mai leggerne. Ebbene, dov’è scritto che la lettura sia l’unico uso consentito di un libro, o il migliore? È la grande lacuna di quegli elogi giocosi e pedanti della sovranità del lettore, che enumerano le licenze che questi può prendersi nella lettura ma omettono di ricordargli tutto ciò che potrebbe fare con un libro senza leggerlo. Fortuna che ci ha pensato il disegnatore Bruce McCall, in un volumetto che ti raccomando:50 cose che puoi fare con un libro. Oggi che non si legge più.

Noi uomini di poca fantasia penseremmo tutt’al più a usare i libri per schiacciare noci o per assestare un tavolo traballante. McCall ha di meglio da proporre: possiamo farne bersagli per il tiro al piattello o birilli da giocoliere, ricavarne uno strumento a corde detto “mandolibro”, usarli come alzatacchi fissandoli sotto le scarpe, ammonticchiarli per riprodurre la piramide di Cheope o Stonehenge. Uno dei suoi consigli viola in un colpo solo una dozzina di leggi scritte e non scritte di buona condotta: propone di avvolgere un libro erotico nella biancheria intima e lanciarlo da una macchina in corsa nella finestra di qualcuno o qualcuna che ci ha fatto penare in amore. Ecco, questo qui non seguirlo, o almeno non fino in fondo. Se proprio vuoi avvolgere un libro in un collant, limitati a fare la cosa che ti riesce meglio: annusalo.

Il bibliopatologo risponde è una rubrica di posta sulle perversioni culturali. Se volete sottoporre i vostri casi, scrivete a g.vitiello@internazionale.it.

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