12 luglio 2018 18:41

Difficile da classificare Chiudi gli occhi. All I see is you di Marc Forster. Gli ingredienti e il fumo che esce dalla padella sembrano quelli di un thriller, ma alla fine nel piatto ci ritroviamo una specie di dramma sentimentale. Gina (Blake Lively) si sottopone a un trapianto di cornea per riacquistare la vista che ha perso da ragazzina. La realtà che le si rivela sembra meno affascinante di come se la immaginava. A livello visivo Forster rende molto bene questa specie di delusione da parte di Gina. Lo aiuta anche Jason Clarke, nel ruolo di James, il marito di Gina che soffre la ritrovata autonomia della sua bella moglie.

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Perché l’attore australiano, come già in Mudbound, anche se a prima vista non ha niente che non va, riesce a risultare in qualche modo sgradevole. Probabile che confermi questa sgradevolezza anche nei panni di Ted Kennedy nell’imminente Chappaquiddick. Chiudi gli occhi è un film molto affascinante da vedere, ma sono tante (forse troppe) le cose su cui sorvolare per farselo piacere fino in fondo.

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Giochi di potere di Per Fly è tratto dal libro Backstabbing for beginners di Michael Soussan. Nel 2003 Michael Sullivan, giovane diplomatico statunitense, comincia a lavorare all’Onu nel programma Oil for food, progetto umanitario delle Nazioni Unite per scambiare il petrolio iracheno con beni di prima necessità da destinare alla popolazione in difficoltà. Il ragazzo scopre che il programma si trasforma in un veicolo di potere proprio per il regime di Saddam Hussein. Affascinato da una bellissima spia curda (Belçim Bilgin) e afflitto da un trauma infantile (che ci viene spacciato per idealismo), il giovane dovrà compiere scelte difficili.

I due personaggi principali di un film “tratto da una storia vera” sono stati rinominati. Michael Soussan è diventato Michael Sullivan (interpretato da Theo James). Il cipriota Benon Vahe Sevan, sottosegretario alle Nazioni Unite, diventa Kostas Passaris, detto Pasha (interpretato da Ben Kingsley). Curiosamente, cercando in rete Kostas Passaris viene fuori una pagina rumena di Wikipedia su un criminale greco soprannominato la “bestia dei Balcani”. Forse gli autori volevano suggerire qualcosa?

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Modern family (in originale Ideal home) di Andrew Fleming strappa a Giochi di potere il premio per il titolo più moscio della settimana. Erasmus (Steve Coogan) è la star di un programma tv di cui Paul (Paul Rudd) è il regista. I due formano una coppia anche nella vita, e sono in crisi. L’arrivo improvviso di un bambino (nipote di Erasmus) di cui i due si devono prendere cura, sconvolge il loro ménage ma gli fa anche scoprire profondi valori. Forse Omogenitori all’improvviso sarebbe stato un titolo più frizzante. Comunque si tratta di una commedia non particolarmente originale e con poche trovate comiche. Il punto di forza sono i due interpreti (commedianti di lungo corso) che tra l’altro formano una bella coppia.

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Esce anche 12 soldiers di Nicolai Fuglsig, tratto dal libro Horse soldiers del giornalista Doug Stanton, sui primi soldati statunitensi spediti in Afghanistan dopo l’11 settembre a preparare il terreno per l’attacco in forze. Con Chris Hemsworth e Michael Shannon.

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