21 giugno 2019 17:27

Rapina a Stoccolma di Robert Budreau è ispirato a una storia vera, accaduta a Stoccolma nel 1973, che a sua volta è alla base di quella che è chiamata “sindrome di Stoccolma”, ovvero quella condizione particolare, vicina a un’inconscia strategia di sopravvivenza, per cui un ostaggio simpatizza per il suo rapitore. Il rapitore è Ethan Hawke, l’ostaggio è Noomi Rapace e il film, all’incrocio tra commedia, ricostruzione e Quel pomeriggio di un giorno da cani, si tiene insieme grazie al ritmo e al cast (Hawke in primis) completato da Mark Strong (con parrucca).

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Il sottotitolo Cenerentola a Mumbai ci dà più di un indizio sullo svolgimento del film Sir di Rohena Gera. La storia di Ratna, vedova che lavora come domestica a casa di Ashwin (che lei chiama appunto “sir”) sognando di diventare una sarta, ricalca abbastanza il topos di Cenerentola, trapiantato in una grande metropoli indiana, dove le differenze di estrazione sociale sono praticamente medievali. Qualcuno ricorderà la protagonista, Tillotama Shome, in Monsoon wedding di Mira Nair, Leone d’oro a Venezia nel 2001.

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Ben e Marion si conoscono attraverso Tinder e chissà come scocca la scintilla che li fa decidere di andare insieme in vacanza. In Bulgaria. In La prima vacanza non si scorda mai di Patrick Kassir, Camille Chamoux e Jonathan Cohen interpretano due personaggi che sembra di aver già incontrato: Marion è disinvolta e un po’ pazza, Ben molto quadrato e pieno di fisime. La sua sindrome del colon irritabile è un chiaro riferimento a quella che affligge Reuben (interpretato da un altro Ben, Stiller) in E alla fine arriva Polly. Peccato che in circolazione non ci sia nessun Philip/Sandy, il cui riscatto è forse il momento migliore di quella riuscita commediola.

In uscita anche Arrivederci professore di Wayne Roberts con Johnny Depp. La superstar compare “in borghese” e non risulta particolarmente raccapricciante né eccessivamente sopra le righe. Non che questo lo renda totalmente credibile nei panni di un professore che decide di rivoluzionare la sua vita dopo aver appreso di avere il cancro, ma soprattutto dopo aver scoperto di vivere una vita molto lontana da quella che credeva di vivere.

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Infine nel Flauto magico di piazza Vittorio, Mario Tronco e Gianfranco Cabiddu ci hanno messo davvero tante cose. C’è ovviamente la fiaba, ci sono la magia, il teatro, l’Italia (e l’Europa) di oggi, quella di ieri, quella che potrebbe diventare. Ci sono Fabrizio Bentivoglio e Petra Magoni. E poi certo c’è la musica, quella di Mozart e quella dell’Orchestra di piazza Vittorio, fondata appunto da Mario Tronco, a cui saremo sempre affezionati. Cabiddu, nell’Anatomia di una scena, fornisce un bel po’ di dettagli su questa “opera-operazione”. Lo ringraziamo quindi per la sua generosità che avevamo già apprezzato ai tempi del suo film precedente, il bellissimo La stoffa dei sogni.

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