Tra il 1997 e il 2002 la fotografa Justine Kurland ha viaggiato negli Stati Uniti a bordo di un furgone. Aveva 28 anni. Da quell’avventura è nato il progetto Girls pictures, in cui ha ritratto ragazze adolescenti conosciute lungo il suo percorso. “Il viaggio era parte del processo creativo. Volevo che le immagini corrispondessero a quello che stavo vivendo. Così ho chiesto alle ragazze di posare all’interno di scene che ricreavano le situazioni in cui mi ero imbattuta”, dice Kurland, che a volte era dietro alla macchina fotografica e altre stava nell’inquadratura insieme a loro. Il mondo che ha creato sembra essere senza tempo. Paesaggi lontani dalle grandi città in cui le modelle sono adolescenti ribelli, libere, tenere, decise, ritratte mentre giocano, si fanno le trecce ai capelli, trovano rifugio tra i rottami di una vecchia auto, fanno l’autostop. “Quelle ragazze erano un surrogato di me stessa. Avevamo creato un bel rapporto. Per me erano come un esercito di adolescenti in fuga dagli ideali patriarcali. Volevo comunicare la forza della loro amicizia, con cui si sostenevano l’una con l’altra”. Girls pictures è diventato un libro pubblicato da Aperture. ◆

Daisy chain, 2000
Poison Ivy, 1999
The wall, 2000
One red, one blue, 2001
Shipwrecked, 2000
Candy toss, 2000
Boy torture: two-headed monster, 1999
Snow angels, 2000
Da sapere
Il libro

◆La serie Girls pictures di Justine Kurland è diventata un libro pubblicato da Aperture a maggio 2020. Il volume raccoglie anche immagini inedite e un testo della giornalista e scrittrice Rebecca Bengal.


Justine Kurland è una fotografa statunitensenata a Warsaw, nello stato di New York, nel 1969.

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Questo articolo è uscito sul numero 1365 di Internazionale, a pagina 66. Compra questo numero | Abbonati