Il 16 giugno il vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence, ha scritto un articolo sul Wall Street Journal in cui definiva “eccessive” le preoccupazioni su una probabile seconda ondata di casi di covid-19 nel paese. “Gli Stati Uniti stanno vincendo la lotta contro il coronavirus”, concludeva Pence. Subito dopo il presidente Donald Trump è intervenuto su Fox News dicendo che il virus “scomparirà”.
“A due settimane da quelle dichiarazioni, è chiaro non solo che gli Stati Uniti non stanno sconfiggendo il virus, ma anche che la prima ondata di contagi non è mai finita”, scrive Axios. Il mese di giugno si è chiuso con il maggior numero di nuove infezioni al giorno dall’inizio dell’emergenza: 48mila. A livello nazionale i casi positivi sono almeno il trenta per cento in più rispetto all’inizio di giugno. Invece di scomparire, il virus si è semplicemente spostato a sud: gli stati più colpiti sono infatti Arizona (dove i positivi sono aumentati del 77 per cento), Florida (66 per cento), Texas (70 per cento) e California (47 per cento). I dati hanno portato almeno sedici stati a rinviare i loro piani di uscita dal lockdown. L’Arizona, per esempio, ha ordinato la chiusura di bar, locali notturni, palestre, cinema e parchi acquatici. Gli esperti sottolineano che l’aumento dei contagi non si spiega solo con l’aumento del numero dei tamponi fatti (come aveva suggerito Donald Trump durante un comizio il 20 giugno), visto che in tutti gli stati più in difficoltà stanno aumentando anche i ricoveri in ospedale.
Gli esperti di salute pubblica avvertono che nelle prossime settimane la situazione potrebbe peggiorare. Il 30 giugno Anthony Fauci, immunologo e principale consulente della Casa Bianca, ha dichiarato che se l’attuale ondata non sarà contenuta il numero di contagi giornalieri potrebbe arrivare presto a centomila. ◆
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◆ Le mobilitazioni cominciate dopo l’uccisione di George Floyd da parte di un poliziotto a Minneapolis continuano a produrre effetti in varie zone del paese. Il 30 giugno il governatore repubblicano del Mississippi **ha ratificato una legge approvata dal parlamento che ordina la rimozione della croce confederata dalla bandiera dello stato. Oltre a essere uno degli stati più conservatori del paese, il Mississippi è anche quello dove gli afroamericani soffrirono di più durante la schiavitù e nel periodo in cui era in vigore la segregazione razziale. A **Tucson, in Arizona, ci sono state proteste dopo che è venuta alla luce la vicenda di Carlos Ingram Lopez, un uomo di 27 anni di origine latinoamericana morto ad aprile mentre era sotto la custodia della polizia. In un video si vede Lopez che è tenuto immobilizzato a faccia in giù per dodici minuti. Prima di morire per un arresto cardiaco avrebbe detto “non riesco a respirare”. Il suo caso ha riacceso il dibattito sulle violenze ricorrenti della polizia nei confronti dei giovani di origine latinoamericana.
◆ Il 26 giugno il New York Times ha pubblicato un articolo in cui sostiene che nei mesi scorsi un’unità dei servizi segreti russi ha promesso ai taliban afgani una ricompensa per uccidere i soldati della coalizione guidata dagli Stati Uniti. Secondo le ricostruzioni del giornale, corroborate da altre fonti d’informazione, l’amministrazione Trump era a conoscenza di questo piano da marzo ma ha deciso di non prendere provvedimenti contro la Russia.
◆ Il 29 giugno la corte suprema ha abrogato una legge approvata in Louisiana nel 2014 che riduceva drasticamente il diritto delle donne ad abortire, lasciando una sola clinica operativa in tutto lo stato. È la prima sentenza della corte suprema sulle interruzioni di gravidanza da quando il presidente Donald Trump ha nominato i giudici Neil Gorsuch e Brett Kavanaugh, spostando la maggioranza della corte su posizioni conservatrici.
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Questo articolo è uscito sul numero 1365 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati