Kristalina Georgieva, attuale direttrice del Fondo monetario internazionale, è stata accusata di aver manipolato l’edizione 2018 del rapporto Doing business della Banca mondiale, uno studio che valuta quanto un paese è in grado di attirare gli investimenti e le aziende. Come spiega la Neue Zürcher Zeitung, Georgieva, all’epoca direttrice generale della Banca mondiale, avrebbe favorito la Cina: quell’anno il paese asiatico doveva scendere dal 75° posto occupato nel rapporto del 2017 all’85°. In seguito alle pressioni di Pechino, Georgieva e altri dirigenti della Banca mondiale avrebbero fatto in modo che la Cina restasse al 75° posto. “Secondo la ricostruzione realizzata per conto della Banca mondiale dallo studio legale Wilmer Hale”, aggiunge il quotidiano svizzero, “nel 2018 i vertici dell’organizzazione stavano preparando un aumento di capitale per il quale era indispensabile l’appoggio dei paesi membri, tra cui proprio la Cina”. Georgieva ha respinto tutte le accuse. Il 16 settembre la Banca mondiale ha dichiarato che non pubblicherà più il rapporto Doing business, uno studio usato per anni soprattutto dalle economie emergenti e in via di sviluppo per attirare investimenti stranieri.

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Questo articolo è uscito sul numero 1428 di Internazionale, a pagina 112. Compra questo numero | Abbonati