Nella fine lampadina elettrica ci sono

pallidi e lunghi animali

che lentamente conducono magnesio

nelle estremità e nel corpicino:

alacri lavorano, ammassano, introitano, sudano e poi

bruciano in un attimo.

Enormi mucchi di magnesio accumulato,

cinereo respiro d’ex animali,

la polverina di vetro bruciato:

è questo ciò che resta di noi.

Ma sofferenze ancor più in miniatura – di bimbo

[perfino –

sono dentro ai circuiti integrati e ai processori.

Non faccio che stupirmi di quanto sfumato,

impeccabile e bello sia diventato lo sfruttamento.

VBV è l’acronimo di Vassil Branimirov Vidinsky, nato a Sofia nel 1977, scrittore, filosofo e ideatore di progetti e gruppi letterari non convenzionali. Questa poesia è uscita sulla rivista letteraria bulgara Literaturen Vestnik (n. 20, 26 maggio 2021). Traduzione dal bulgaro di Alessandra Bertuccelli.

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Questo articolo è uscito sul numero 1429 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati