Leggere un romanzo familiare offre un metodo collaudato per fare i conti con la famiglia in cui siamo nati, un mezzo per misurare la nostra traiettoria accanto ai dilemmi di altri che navigano nei drammi familiari. Il romanzo di Joyce Maynard, ambientato negli anni settanta e ottanta, oscilla tra passato e presente. La sua vicenda si svolge sullo sfondo di quella parte di storia che ha colpito più immediatamente le vite private: il risveglio dell’identità, l’aids, la violenza contro le donne, il tradimento coniugale, l’era spaziale, l’alba di quella dei computer. L’albero della nostra vita racconta la storia di Eleanor, una scrittrice di libri per bambini, madre di tre figli, ex moglie di Cam. Il romanzo si apre con il ritorno della protagonista alla fattoria in cui un tempo viveva come madre e moglie, prima che la vita distruggesse la famiglia. L’occasione del ritorno è il matrimonio di Al, il primogenito di Eleanor, che è un uomo transgender. Il passato occupa la maggior parte dello spazio del romanzo, in cui Eleanor cresce, si sposa, divorzia e trova la sua strada passando per una serie di avvenimenti a dir poco tragici. Il ritmo è rapido e le vicende di questa famiglia fluttuante e sbruffona spingono avanti la storia. Dolore, rassegnazione e una forte determinazione sono catturati nel tono serio e nitido della voce di Eleanor.
Martha McPhee, The New York Times

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Questo articolo è uscito sul numero 1451 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati