Rough Trade

Dopo aver frequentato i circoli underground per i tre album precedenti, Endure segna il debutto degli Special Interest per l’etichetta Rough Trade. Il gruppo di New Orleans riesce a piantare un piede in entrambi i mondi: da un lato rimangono i punk intransigenti di un tempo, dall’altro sono capaci anche d’infiltrarsi nelle programmazioni radiofoniche più alternative, il tutto sempre con gusto. Il brillante singolo (Herman’s) house, con il suo piglio danzereccio in stile Gossip e i testi che fanno riferimento all’attivista rivoluzionario delle Pantere nere Herman Wallace, rivela lo spirito viscerale che sta al cuore del quartetto statunitense, ma è solo la punta dell’iceberg. Endure, per usare un eufemismo, non è musica di sottofondo. Foul è un botta e risposta a base di ansia sulla vita moderna costruito su bassi dissonanti, mentre Impulse control non nasconde l’odio contro i ragazzi bianchi ricchi che hanno “tendenze psicopatiche e le loro faccette bianche”. Queste canzoni sono un esorcismo pieno di rabbia, ma ci sono anche momenti di leggerezza come Midnight legend, nella quale la cantante Alli Logout mostra un lato più dolce di sé, e Cherry blue intention, che suona come un incontro tra Charli XCX e i Rapture. Ma soprattutto, anche se questi potrebbero essere i loro brani più orecchiabili finora, in realtà hanno bisogno degli episodi più duri per mostrare l’intero puzzle. Gli Special Interest, per fortuna, eccellono in entrambi i campi.
Lisa Wright, DIY

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Questo articolo è uscito sul numero 1487 di Internazionale, a pagina 102. Compra questo numero | Abbonati