Baaba Maal è stato senza dubbio l’ospite più importante del festival ivoriano Femua, che si è concluso il 30 aprile. Il 13 giugno il cantautore senegalese festeggerà settant’anni, dopo aver girato i palchi di tutto il mondo accompagnato dalla band Daande Leñol, da lui fondata quarant’anni fa insieme al compianto Mansour Seck. Ma il Femua non l’ha invitato solo per rendere omaggio alla sua carriera. Baaba Maal non ha perso la verve, l’energia e la creatività: basta ascoltare il suo nuovo album, Being, uscito il 31 marzo, per convincersene. Ma è soprattutto perché il musicista è stato coinvolto in cause importanti che riguardano l’Africa. Tempo fa ha capito il ruolo che la musica può svolgere nell’incoraggiare e finanziare lo sviluppo. Quest’anno il tema del festival erano la sicurezza alimentare e l’agricoltura sostenibile, e il Femua non poteva scegliere un ospite migliore. Il musicista, originario della città di Podor, è sempre stato attento al tema della conservazione delle risorse: quelle della terra, degli animali e delle acque del fiume. “Canterò sempre di Podor, perché mi ha dato tutto. È una città molto viva culturalmente, ha accolto tutte le famiglie dell’Africa occidentale. Dalla Guinea al Mali sono arrivati schiavi in fuga e gente benestante che aveva perso tutto. Quando cresci lì, ogni sera ascolti qualcosa che viene dal Mali, dalla Guinea, dalla Mauritania e non solo. Quello è stato l’alimento culturale della mia infanzia.
Vladimir Cagnolari, Pam

Baaba Maal (Femua)

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Questo articolo è uscito sul numero 1511 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati