Che conforto c’è nella verità? La domanda è rifratta in mille modi diversi nell’Ufficio delle correzioni storiche di Danielle Evans, una magnifica raccolta di sei racconti e una novella.

L’autrice esamina coraggiosamente i punti d’intersezione tra le vite dei bianchi e dei neri. L’immersione in questa inestricabilità è spesso fatale, per l’impatto di molte forme di violenza e costrizione. C’è anche un ritratto vivido, concreto e dai toni fantascientifici di un’agenzia governativa fittizia, l’Ufficio delle correzioni storiche, che identifica e corregge i falsi documenti dopo anni di notizie false. Tuttavia, a rendere coinvolgente questa raccolta è la costante attenzione all’amore nero, in particolare tra amici. Evans ritrae l’amicizia come una forma di dibattito riflessivo, che implica un impegno profondo. Si può dire che questo libro porterà i lettori ad affrontare il presente con un coinvolgimento ancora più forte per la devastazione che la storia ha portato ai personaggi di Evans e a tutti noi.
Chaya Bhuvaneswar, Washington Post

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Questo articolo è uscito sul numero 1535 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati