Nato in un quartiere popolare di Bahia ed ex guardia carceraria (mestiere di cui ha parlato nei suoi primi lavori), Aly Muritiba è una figura singolare nel cinema brasiliano di oggi. Deserto particular, senza essere apertamente autobiografico, guarda sicuramente al passato dell’autore. Daniel (Antonio Saboia) è un poliziotto che è stato sospeso per aver pestato un collega e intrattiene una relazione virtuale con Sara (Pedro Fasanaro), che vive in una piccola città nel cuore del deserto. Ignorando i ripetuti rifiuti di lei, Daniel decide d’incontrarla e parte per raggiungere la cittadina dove scopre che Sara è una trans. Nonostante una sceneggiatura abbastanza prevedibile, questo viaggio bello e malinconico nel Brasile profondo riesce ad affrontare con delicatezza molti argomenti legati ai rapporti di genere in un contesto popolare: l’ambiente della polizia da una parte, una piccola e povera città del Nordeste dall’altra. Muritiba filma in modo incisivo lo sconforto dei personaggi obbligati a nascondere il loro orientamento sessuale non solo a chi li circonda ma anche, ed è il caso di Daniel, a loro stessi. Deserto particular sembra volerci dire che questa repressione, e le frustrazioni che porta con sé, sono alla base del suo comportamento violento e dei suoi problemi lavorativi.
Ariel Schweitzer, Cahiers du Cinéma

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Questo articolo è uscito sul numero 1545 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati