Chiunque sia passato per un ufficio immigrazione statunitense, sa che può essere un luogo terrificante. Il viaggio di un architetto venezuelano e una ballerina spagnola, che hanno scelto Miami per costruirsi una nuova vita, tra le quattro mura senza finestre di una stanza dell’aeroporto di New York, si trasforma in un thriller straziante. Girato in economia e grande realismo, il film funziona grazie a una sceneggiatura intelligente e ai suoi protagonisti.
Andrea G. Bermejo, Cinemanía

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Questo articolo è uscito sul numero 1548 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati