◆ Dopo una breve pausa, la lava ha ricominciato a scorrere nella penisola di Reykjanes, nel sudovest dell’Islanda. L’eruzione, la terza da dicembre, è cominciata l’8 febbraio da una frattura di tre chilometri vicino al monte Sýlingarfell. La topografia della zona ha indirizzato la lava verso zone disabitate invece che verso Grindavík, evacuata durante le eruzioni precedenti, ma una parte del flusso è andata a ovest in direzione della centrale geotermica di Svartsengi e del celebre stabilimento termale Laguna blu. Le barriere di terra erette prima dell’eruzione hanno protetto le due strutture, ma la lava ha distrutto un condotto per l’acqua calda e interrotto due strade.

Dopo l’iniziale picco di attività vulcanica, l’intensità dell’eruzione è calata rapidamente. Il 9 febbraio l’ufficio meteorologico islandese ha annunciato che non si rilevavano più scosse sismiche e che le immagini riprese da un drone non mostravano tracce di attività vicino al sito dell’eruzione, segno che l’evento era probabilmente terminato.

Il 12 febbraio però l’ufficio ha riferito che il suolo sopra un serbatoio sotterraneo di magma vicino a Svartsengi aveva cominciato a sollevarsi a un ritmo compreso tra 0,5 e 1 centimetro al giorno, simile a quello rilevato prima delle altre eruzioni. “È quindi molto probabile che il ciclo riprenderà nel giro di qualche settimana con un’altra eruzione”, ha avvertito l’ufficio.–Nasa

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Questo articolo è uscito sul numero 1550 di Internazionale, a pagina 91. Compra questo numero | Abbonati