Di solito nei film di Park Chan-wook i criminali sono brillanti, subdoli e machiavellici. Non è così Man-su, l’adorabile protagonista di No other choice. Dirigente in una cartiera, licenziato di punto in bianco, ricorre a misure sempre più disperate per assicurarsi un nuovo lavoro. Si capisce molto presto che non è adatto a scatenare una furia violenta. La regia di Park è elegante e il film bilancia la tensione psicologica con spunti comici vertiginosi.
Wendy Ide, Screen International

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Questo articolo è uscito sul numero 1630 di Internazionale, a pagina 89. Compra questo numero | Abbonati