La healing lodge (“loggia della guarigione”) della riserva di Willow Cree, nella provincia canadese del Saskatchewan, non sembra una prigione. Gli uomini ospitati non sono chiamati criminali ma nîcisânak, una parola che nella lingua cree significa “fratelli”. Di solito le loro giornate cominciano con la preghiera e con una cerimonia in cui un consigliere spirituale sparge fumo come atto di purificazione. Poi qualcuno studia per prendere un diploma, altri imparano a spegnere gli incendi o partecipano a una cerimonia nella “loggia del sudore”.

La healing lodge di Willow Cree è una delle dieci strutture di questo tipo in Canada. Si tratta di alternative al carcere basate sulle pratiche e le credenze dei popoli indigeni, che per secoli sono stati discriminati, assimilati con la forza e sottoposti a una serie di abusi. In Canada queste persone hanno molte più probabilità di finire in carcere rispetto al resto della popolazione: il cinque per cento dei canadesi si definisce appartenente a una comunità indigena, ma nelle prigioni i nativi sono un terzo del totale. Il dato arriva fino al 50 per cento nelle strutture femminili.

Lingue e storia

La prima healing lodge ha aperto nel 1995, con l’obiettivo di restituire dignità ai detenuti indigeni. Diversamente dai penitenziari tradizionali, in cui le attività sono incentrate sulla riabilitazione, in questi istituti l’attenzione è sulla riconnessione con la propria identità culturale. Gli anziani offrono consulenze e insegnano le lingue e la storia delle comunità indigene. Vengono organizzate cerimonie spirituali, danze e pranzi collettivi. Ogni centro riflette le tradizioni e lo stile della sua regione. Quello della provincia di Manitoba ha un design ispirato al tipi, mentre nella British Columbia c’è anche una longhouse, una grande casa tradizionale.

Gli uomini indigeni hanno il più alto tasso di recidiva del paese, una tendenza che le healing lodge cercano di contrastare. Per gli uomini che vengono ospitati in queste strutture, le probabilità di tornare in carcere si dimezzano rispetto ai condannati per crimini simili detenuti nei penitenziari tradizionali.

Nativi presi di mira
Tasso d’incarcerazione nelle province canadesi Saskatchewan, Nova Scotia, British Columbia, Alberta e Ontario, 2021 Il tasso d’incarcerazione è calcolato dividendo la media giornaliera della popolazione detenuta per la stima della popolazione generale dello stesso anno, e poi moltiplicando per diecimila. (statistics canada)

Per reintegrarsi nella società, gli ex detenuti hanno bisogno di un lavoro, del sostegno delle famiglie e della sensazione di avere uno scopo, spiega Justin Tetrault dell’università Simon Fraser. Le healing lodge funzionano perché li aiutano a essere indipendenti, oltre che ad acquisire competenze. All’interno delle strutture le persone si preparano i pasti e fanno volontariato. Inoltre hanno la possibilità di riflettere sul loro passato. Per esempio, un anziano può aiutare un giovane a perdonare gli errori della madre raccontandogli le cose tremende che aveva vissuto da bambina quando era stata costretta a frequentare una scuola residenziale (istituti in cui venivano portati i nativi in modo da assimilarli alla società bianca).

Nell’ultimo decennio il numero di detenuti indigeni è cresciuto più rapidamente rispetto ai posti disponibili in queste strutture. Ci sono lunghe liste d’attesta. In totale i posti letto sono circa 450, sufficienti appena per il 10 per cento dei nativi incarcerati nel paese. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1643 di Internazionale, a pagina 35. Compra questo numero | Abbonati