Da circa dieci anni conduco una vita basata sugli insegnamenti cristiani. Mi è capitato di ricevere inviti di amici o colleghi per matrimoni omosessuali e mi sento un po’ a disagio nel rifiutare ma allo stesso tempo convinto nel farlo. Partecipandovi sentirei di prendere in giro me stesso e quello in cui credo. La libertà di opinione, nel rispetto del prossimo, non dovrebbe essere reciproca? –Francesco

A me sembra che la tua libertà di opinione sia perfettamente garantita, visto che nessuno ti obbliga a partecipare a cerimonie che ti turbano così profondamente. Ovviamente poi dovrai accettare le conseguenze umane del tuo rifiuto: i tuoi amici e colleghi gay capiranno che non accetti il loro modo di essere e trarranno le loro considerazioni sul rapporto che vogliono avere con te. Ma questo è il prezzo da pagare quando si decide di seguire i propri princìpi, che vale per te e anche per loro.

Poi c’è un discorso più profondo. Sui social gira un meme che dice: “Sei contrario al matrimonio omosessuale? Allora non ti sposare un omosessuale”. Per come la vedo io, la tua libertà è garantita dal fatto che nessuno ti obbliga a sposarti con un uomo, e non è in contraddizione con la libertà degli altri di farlo. Fai bene a vivere secondo i tuoi princìpi, ma non dovresti giudicare chi vive secondo i suoi.

Il papa Francesco dieci anni fa ha detto: “Chi sono io per giudicare un gay?”. E questa settimana ha aperto la porta alla benedizione in chiesa per le coppie omosessuali. Su questi temi la chiesa cattolica sta dimostrando di voler essere più aperta, invitando anche i fedeli a esserlo.

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Questo articolo è uscito sul numero 1532 di Internazionale, a pagina 16. Compra questo numero | Abbonati