Editoriali

I crimini di Putin in Ucraina

In Ucraina Vladimir Putin sta commettendo un crimine dopo l’altro. L’invasione ingiustificata e illegale di uno stato democratico ha già provocato la morte di molti civili ucraini e soldati russi. L’incapacità di ottenere la rapida vittoria che Putin si aspettava lo rende solo più crudele. Il 1 marzo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha parlato di 136 vittime civili, di cui tredici bambini, un bilancio destinato a salire. Le organizzazioni per i diritti umani denunciano l’uso di bombe a grappolo. A Charkiv i missili hanno centrato il palazzo del governo regionale e si sono abbattuti sulle case, uccidendo le persone che stavano fuggendo. Il ministero della difesa russo ha invitato gli abitanti di Kiev a lasciare le loro case, un’ammissione indiretta del fatto che i “bombardamenti di precisione” contro obiettivi militari potrebbero non essere così precisi. Intanto una colonna di mezzi militari lunga 65 chilometri si avvicina alla capitale.

La brutalità delle tattiche russe è ben documentata, da Aleppo a Grozny. La Corte penale internazionale dell’Aja ha annunciato un’inchiesta su possibili crimini di guerra o contro l’umanità. Per quanto sembri difficile fare giustizia, è necessario provarci. La guerra promette di diventare molto più spaventosa. Nonostante l’orrore, mentre centinaia di migliaia di ucraini stanno fuggendo, molte persone comuni hanno deciso di restare e combattere. Civili disarmati sfidano le truppe russe. Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha chiesto all’occidente di imporre una zona d’interdizione aerea, ma questa possibilità è già stata scartata. Queste misure hanno salvato molte vite in passato, ma in circostanze molto diverse. Abbattere un aereo russo significherebbe rischiare di scatenare un conflitto molto più vasto, con un bilancio ben più catastrofico.

Putin sta già intensificando il suo spietato assalto. È sempre più difficile capire come possa tirarsi fuori da questa guerra senza che l’Ucraina diventi uno stato vassallo della Russia. Un uomo isolato e pericoloso non ha vie d’uscita, non vuole vederne e rischia di perdere tutto. Anche se la lentezza dell’offensiva iniziale ha complicato il suo piano di mettere fine all’indipendenza dell’Ucraina, questo non riduce il pericolo per i civili ucraini, lo aumenta. ◆ as

Una questione di sopravvivenza

Le conclusioni del nuovo rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc), pubblicato il 28 febbraio, rischiano di essere oscurate dalla guerra in Ucraina, un’altra catastrofe provocata dall’uomo. Ma questo riassunto degli effetti concreti della crisi climatica dev’essere preso sul serio. Il precedente rapporto dell’Ipcc, uscito nel 2014, si limitava a parlare di un aumento delle probabilità di danni gravi e irreversibili provocati dalle emissioni di gas serra. Oggi invece gli esperti ritengono che il cambiamento climatico abbia già causato danni irreversibili alla società umana e alla natura.

L’innalzamento del livello dei mari, l’infiltrazione del sale nelle falde acquifere e lo scioglimento dei ghiacciai ormai non possono più essere impediti, solo rallentati. Le conseguenze di questi fenomeni – come le migrazioni forzate, il crollo della produzione agricola e l’estinzione delle specie animali e vegetali – mettono in pericolo la sopravvivenza degli esseri umani, soprattutto nelle aree più a rischio, dove secondo l’Ipcc vivono più di tre miliardi di persone. C’è un’ingiustizia di fondo: anche se hanno contribuito in minima parte al cambiamento climatico, i paesi più poveri sono i più colpiti, perché non hanno i mezzi necessari per attenuarne gli effetti o adattarsi. I paesi ricchi devono mantenere l’impegno preso nel 2009 di mobilitare cento miliardi di dollari all’anno per aiutarli. I danni già provocati dai cataclismi climatici devono essere compensati con risarcimenti che finora sono stati negati.

Anche se la concomitanza tra l’invasione dell’Ucraina e il rapporto dell’Ipcc è solo un caso, la guerra e il cambiamento climatico non sono estranei l’una all’altro. Le carestie e le migrazioni causate dallo sconvolgimento del clima provocheranno tensioni e scateneranno conflitti. Adottare misure urgenti contro il cambiamento climatico è una questione di sopravvivenza, come ha ricordato il segretario generale dell’Onu António Guterres. Ma è anche una questione di pace. ◆ ff

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1450 - 4 marzo 2022
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