La recente politica statunitense ha preso forma soprattutto all’interno di alcuni podcast i cui conduttori sono stati tra i primi a essere ringraziati dal neoeletto presidente Donald Trump. Per veicolare il messaggio del candidato repubblicano i podcast si sono rivelati particolarmente efficaci: seguiti da un pubblico di maschi bianchi, non prevedono né una mediazione né un controllo delle fonti e costruiscono un rapporto intimo e confidenziale con un pubblico che ascolta ore di contenuti suggeriti dagli algoritmi delle piattaforme. Il successo culturale di questi prodotti sembrava inarrestabile fino a quando nelle ultime settimane Not gonna lie di Kylie Kelce non li ha battuti tutti, compresa la star da milioni di ascolti Joe Rogan. Kylie McDevitt Kelce è una donna di 32 anni, bianca e bionda, allenatrice di hockey sul prato e madre di tre figli avuti con il marito Jason Kelce, campione di football americano e fratello del più noto Travis Kelce, compagno della cantautrice Taylor Swift. Già nella prima puntata dichiara di sostenere la parte più a sinistra del partito democratico e di voler fare un podcast che parla di donne, sport e maternità, annunciando anche la sua quarta gravidanza. Rimane ora da vedere se questi numeri straordinari terranno nel tempo dando vita a un movimento in grado di fare fronte ai podcast della nuova destra statunitense. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1597 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati