A pensarci bene la cosa più assurda che possa esistere è dare un prezzo a una vita. Un’artista friulana, Tiziana Pers, ha da poco terminato un progetto artistico e performativo in cui attraverso dei contratti di compravendita scambia una sua opera con un animale destinato a diventare cibo per gli esseri umani. Su questo modo anomalo di fare arte Pers ha costruito un’intera residenza per artisti vicino a Udine, chiamata Rave, in cui vivono anche alcuni animali salvati dall’industria alimentare. Il suo lavoro spinge lo spettatore a interrogarsi su quanto vale una vita e su quanto vale un altro bene in teoria inestimabile come un’opera d’arte. Ma come sappiamo la società capitalistica deve dare un prezzo a tutto, così per esempio un polpo intero vivo può costare pochi euro e un’opera d’arte diverse migliaia. Quando i soldi diventano il termine di paragone per confrontare l’arte e la vita, queste, inutile girarci attorno, perdono immediatamente il loro valore intrinseco e si trasformano in beni. Con un gesto abbastanza semplice e didascalico, Tiziana Pers vuole farci capire che il vero valore di una vita o di un’opera non può avere un equivalente in denaro. Eppure le persone comprano cani invece di adottarli, valutano se acquistare un cane o un gatto come se fossero oggetti, e davanti a un’opera d’arte sanno chiedersi solo “quanto vale?”. Come se la vita fosse un bancomat e la bel­lezza qualcosa da pagare in contanti. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1497 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati