I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana Michaela Namuth corrispondente tedesca freelance.

Quando nacque Dolores Prato, nel 1892 a Roma, una donna che scriveva e pubblicava i propri testi era una figura sconosciuta. Lei ha sempre scritto. Ma solo dal 1950, dopo anni passati nella resistenza antifascista, ottenne dei riconoscimenti letterari. Giù la piazza non c’è nessuno, che racconta l’infanzia nelle Marche, fu pubblicato nel 1980 da Einaudi, ma in una versione drasticamente tagliata. L’edizione attuale invece si basa su un manoscritto trovato nel 2023. Non è un romanzo ma un lungo racconto minuzioso e colorato della vita da bambina nella cittadina di Treja, scritto in un linguaggio unico che regala miriadi di immagini. Emergono riti, parole, cibo, piante, odori, giocattoli e personaggi di un mondo scomparso, osservati con curiosità ma anche con ironia. C’è lo zio prete che ha strani commerci con il diavolo, c’è il terrore della gallina quando la tirano il collo e ci sono le danze e i costumi grotteschi del carnevale. E c’è sempre il filo rosso della descrizione del paese: vicoli, portoni, scale, pietre grigie e luci misteriose dietro le finestre. Il mondo dell’infanzia di Dolores Prato è crudele e fatato. Il suo stile è quasi cinematografico, mai noioso, nonostante lo spessore del volume. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1593 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati