Asia e Pacifico

La brutta vicenda di Novak Djokovic

Melbourne, 11 gennaio 2022 (Kelly Defina, Getty Images)

“La vicenda Novak Djokovic (nella foto) è stata una sconfitta senza vincitori né vinti”, scrive l’epidemiologo Hassan Vally su The Age commentando quel che è successo al tennista serbo, arrivato in Australia per gli Open e fermato alla frontiera perché non vaccinato. La federazione australiana di tennis aveva concesso a Djokovic, che ha contratto il covid a dicembre, un’esenzione dall’obbligo vaccinale per partecipare al torneo, non valida però per entrare nel paese. Il tennista si è quindi rivolto a un tribunale, e in attesa del verdetto le autorità l’hanno portato in una struttura di detenzione per immigrati irregolari. Il 10 gennaio il tribunale ha dato ragione a Djokovic, ma Canberra potrebbe di nuovo cancellargli il visto. “La confusione e le frecciate reciproche tra il governo federale e quello dello stato di Victoria sono emblematiche della gestione della pandemia”, continua Vally. Ma, al di là del caos burocratico e delle questioni legali, dal punto di vista della salute pubblica è giusto permettere a Djokovic di partecipare al torneo? “Il rischio che il tennista possa infettare qualcuno è minimo, ma la questione è un’altra: è una persona contraria ai vaccini che sostiene teorie antiscientifiche sulla possibilità di proteggersi dal sars-cov-2 rafforzando il metabolismo. Cancellare il visto a un privilegiato che snobba la scienza e rifiuta il vaccino sarebbe stato un messaggio forte: le regole valgono per tutti e abbiamo imparato che proteggere la comunità implica dei sacrifici per i singoli”. ◆

Fiamme nel campo

Ukhia, Bangladesh, 10 gennaio 2022 (Tanbir MIRAJ, AFP/Getty Images)

Un incendio scoppiato in uno dei campi di Cox’s Bazar, nel sud del Bangladesh, che dal 2017 ospitano circa 850mila rohingya in fuga dalla Birmania ha lasciato cinquemila persone senza un tetto. Il 9 gennaio le fiamme hanno divorato le capanne di bambù e tela cerata, distruggendone 1.200. Una settimana prima, in un altro campo profughi della zona, un incendio aveva distrutto un centro d’isolamento per malati di covid-19. A dicembre l’inviato speciale dell’Onu per la Birmania, in visita in Bangladesh, aveva lanciato un appello alla comunità internazionale perché collabori con Dhaka nel trovare una soluzione per i profughi rohingya e, se necessario, faccia pressione sull’esercito birmano, responsabile della crisi. Al termine di un’indagine nel 2018 sulla persecuzione della minoranza musulmana, l’Onu aveva raccomandato l’incriminazione dell’esercito birmano per genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. ◆

I privilegi dei marines

Okinawa, Giappone, 10 gennaio 2022 (The Yomiuri Shimbun, Ap/LaPresse)

L’aumento dei contagi in Giappone, accentuato nelle zone dove sono ospitate le basi militari statunitensi, ha creato polemiche sullo status speciale garantito ai marines. I soldati rispondono alla legge statunitense, e non devono sottoporsi a un test per il covid-19 per andare e venire dagli Stati Uniti, scrive l’Asahi Shimbun. Il 9 gennaio i due paesi hanno concordato che per 14 giorni i soldati non potranno uscire dalle basi, se non per le attività essenziali, dovranno indossare la mascherina e fare il test.

Nuova condanna per Suu Kyi

Aung San Suu Kyi, la leader dell’opposizione alla giunta militare, è stata condannata a quattro anni di reclusione per importazione e possesso illegale di walkie-talkie e per violazione delle regole anticovid, scrive The Diplomat. Suu Kyi, che si trova agli arresti domiciliari dal golpe militare del 1 febbraio 2021, a dicembre era già stata condannata a quattro anni, poi ridotti a due, e deve affrontare ancora una decina di cause intentate contro di lei dai militari.

Una strategia insostenibile

A meno di un mese dalle Olimpiadi invernali, la Cina è alle prese con nuovi focolai di contagi, che cerca di arginare isolando e testando gli abitanti delle città dove emergono. Nel frattempo le frontiere rimangono chiuse. Se però il covid-19 diventerà una malattia endemica, continuare così diventerà insostenibile. Ma, scrive Asia Times, se la Cina decidesse di convivere con il virus non potrebbe garantire la sicurezza dei cittadini, data la fragilità del sistema ospedaliero e la scarsa efficacia dei suoi vaccini.

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1443 - 14 gennaio 2022
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