Un voto per il cambiamento

I libanesi espatriati in 58 paesi del mondo hanno votato il 6 e l’8 maggio per le legislative che in Libano si svolgono il 15 maggio. Più di 225mila residenti all’estero sono iscritti nelle liste elettorali, contro i 92mila della precedente tornata del 2018. L’aumento è dovuto all’ondata migratoria degli ultimi anni, segnati dalla crisi economica e dalle conseguenze dell’esplosione al porto di Beirut dell’agosto 2020. Hanno votato in 130mila, con un’affluenza del 60 per cento, leggermente più alta rispetto al 2018. È la seconda volta nella storia del paese che i libanesi residenti all’estero hanno il diritto di votare per rinnovare i 128 seggi del parlamento. Secondo il quotidiano di Beirut An Nahar le elezioni del 15 maggio, le prime dalla sollevazione popolare contro la classe politica del 2019, porteranno un “vento di cambiamento”. Il giornale si augura che i cittadini esprimano un “voto contro un sistema politico decadente e osceno”, segnato dal clientelismo e dal settarismo: “Votare per l’opposizione significa continuare la rivoluzione cominciata nel 2019”. ◆

Il pianeta inaridito

Senegal, luglio 2021 (Zohra Bensemra, Reuters/Contrasto)

Il 9 maggio si è aperta ad Abidjan, in Costa d’Avorio, la conferenza delle parti (Cop 15) della convenzione delle Nazioni Unite contro la desertificazione. Il quotidiano Le Pays riflette sulla scelta di tenere la riunione in Costa d’Avorio: “Il paese ha perso gran parte delle sue foreste ed è vicino al Sahel, una regione che fa i conti con la desertificazione e l’impoverimento dei terreni dovuto all’uso di sostanze chimiche”. Secondo l’Onu, il 40 per cento delle terre del pianeta non coperte da ghiacci è degradato, con gravi conseguenze per il clima, la biodiversità e la vita delle persone.

Solo i prezzi volano

È stato scongiurato all’ultimo momento lo stop completo dei voli locali che era stato annunciato il 6 maggio dalle principali compagnie aeree nigeriane, in gravi difficoltà economiche per il costo del carburante. A causa della guerra in Ucraina il prezzo del cherosene è passato da 190 a 700 naira (da 0,43 a 1,60 euro) al litro, scrive il quotidiano nigeriano Premium Times. Le pressioni del governo e delle associazioni dei consumatori hanno convinto le aziende a non fermare le loro attività a partire dal 9 maggio.

Una giornalista uccisa

AL JAZEERA HANDOUT/Epa/Ansa

L’11 maggio una giornalista palestinese di Al Jazeera, Shireen Abu Akleh (nella foto), è stata uccisa durante un’operazione delle forze israeliane a Jenin, nel nord della Cisgiordania. L’emittente accusa l’esercito israeliano di averla uccisa “a sangue freddo” con un proiettile alla testa. Un altro giornalista di Al Jazeera, Ali Samoudi, è rimasto ferito. Il 5 maggio tre israeliani sono morti in un attacco a Elad, a est di Tel Aviv, nel 74° anniversario della nascita dello stato ebraico. È stato il settimo attacco nel paese dal 22 marzo, ricorda The Times of Israel. I presunti responsabili sono stati arrestati l’8 maggio. Lo stesso giorno i soldati israeliani hanno ucciso un palestinese che cercava di entrare in Israele attraverso la barriera di sicurezza a Tulkarem, in Cisgiordania. Il 4 maggio la corte suprema d’Israele ha respinto una petizione contro l’espulsione di più di mille palestinesi da Masafer Yatta, una zona rurale a sud di Hebron che Israele ha destinato agli addestramenti militari.

Una misura poco efficace

Nell’est della Repubblica Democratica del Congo (Rdc) si contesta l’utilità delle misure d’emergenza adottate il 6 maggio 2021 e prorogate 23 volte. Lo “stato d’assedio” avrebbe dovuto aiutare le forze governative a pacificare una regione dove sono attive un centinaio di milizie. In realtà, scrive Jeune Afrique, nell’ultimo anno i morti sono raddoppiati e nessun gruppo ribelle è stato smantellato, anzi: gli ugandesi delle Forze democratiche alleate (Adf) hanno ampliato il loro territorio, mentre l’M23 ha ricominciato a operare in Nord Kivu. Il parlamento di Kinshasa ha criticato la mancanza di strategie e obiettivi chiari, e di finanziamenti adeguati. L’8 maggio la milizia Codeco ha attaccato una miniera d’oro artigianale a Djugu, uccidendo almeno 35 persone.

Algeria Il 10 maggio il ministro degli esteri russo è stato in visita in Algeria, ufficialmente per celebrare i sessant’anni dei rapporti diplomatici tra i due paesi. Secondo la stampa araba, l’obiettivo della visita era discutere della crisi in Ucraina e dei mercati dell’energia.

Egitto Undici soldati egiziani sono morti il 7 maggio in un attacco, rivendicato il giorno dopo dal gruppo Stato islamico (Is), nella penisola del Sinai. Dal febbraio 2018 l’esercito ha lanciato una vasta operazione nella regione, dove sono attive cellule jihadiste, alcune affiliate all’Is.

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1460 - 13 maggio 2022
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