Una pace pericolosa

Il Pakistan è vicino alla pace con il Tehreek-i-taliban Pakistan (Ttp), il gruppo integralista che solo tra l’agosto del 2021 e il marzo 2022 ha ucciso 119 soldati pachistani e centinaia di civili in attacchi terroristici. Il 4 giugno, con la mediazione dei taliban afgani, Islamabad e il Ttp hanno annunciato un cessate il fuoco a tempo indefinito. Il Pakistan ha accettato di liberare alcuni combattenti di alto profilo del gruppo e, scrive Asia Times, se ci sarà un trattato di pace migliaia di uomini del Ttp che vivono in Afghanistan torneranno in Pakistan, liberi di stabilire lì il loro centro di potere. Inoltre il gruppo chiede di poter applicare la sharia nelle zone che di fatto sono sotto il suo controllo.

Gender gap elettorale

J. HEON-KYUN, Epa/Ansa

Le elezioni amministrative del 1 giugno, vinte dal Partito del potere popolare (conservatore, al governo), hanno confermato la divisione di genere nel voto già osservata alle presidenziali di marzo, scrive Hankyoreh. I ventenni hanno scelto in massa il partito conservatore, le coetanee il progressista Partito democratico.

Corteggiando i nomadi digitali

Nel tentativo di rilanciare il settore turistico e attirare visitatori che si fermino per periodi lunghi e spendano tanto, l’Indonesia rilascerà visti di cinque anni a chi si trasferirà nel paese per lavorare a distanza. Il ministro del turismo Sandiaga Uno, scrive Tempo, si aspetta che 3,6 milioni di stranieri arrivino nell’arcipelago. Jakarta punta sui dipendenti di grandi aziende digitali come Twitter e Air­bnb che, stando a un sondaggio citato da Uno, si trasferirebbero volentieri.

New Delhi nella bufera

Mumbai, 6 giugno 2022 (Bhushan Koyande, Hindustan Times/Getty)

Le dichiarazioni antimusulmane di due dirigenti del Bharatiya janata party (Bjp, al governo) hanno provocato l’ira dei paesi islamici. A fine maggio, durante una trasmissione su un canale tv di destra, la portavoce nazionale del Bjp, Nupur Sharma, ha fatto commenti sprezzanti sulla fede islamica e su Maometto, contro cui si è scagliato anche Naveen Kumar Jindal, capo ufficio stampa del partito, su Twitter. La sospensione di Sharma, l’espulsione di Jindal e il tentativo del Bjp di sminuirli definendoli “elementi marginali” non sono bastati a placare la rabbia dei musulmani indiani e di quelli stranieri, che hanno protestato in massa, e hanno deluso i sostenitori del partito. L’episodio dimostra il contrasto tra la politica interna del Bjp, basata sulla retorica nazionalista indù contro i musulmani, e gli interessi strategici e commerciali di New Delhi, che importa il 40 per cento del gas dal Qatar e che ha 6,5 milioni di cittadini che lavorano nei paesi del golfo Persico. ◆

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1464 - 10 giugno 2022
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