Europa

Corsa a due

Londra, 17 luglio 2022 (Jonathan Hordle, ITV/Getty Images)

Saranno l’ex ministro dell’economia Rishi Sunak e la ministra degli esteri Liz Truss (nella foto) a contendersi la leadership del Partito conservatore e, di conseguenza, la guida del governo britannico, al posto del dimissionario Boris Johnson. Nella votazione del 20 luglio, i deputati tory hanno eliminato Penny Mordaunt, sottosegretaria al commercio. Prima di lei erano stati esclusi altri cinque candidati, tra cui Jeremy Hunt, già nei governi di David Cameron e Theresa May. La scelta spetta ora agli iscritti al partito, che esprimeranno la loro prefernza con voto postale. Il vincitore sarà annunciato il 5 settembre.

L’Europa si avvicina

Il 18 luglio l’Unione europea ha dato il via libera all’apertura dei negoziati di adesione con Albania e Macedonia del Nord. La decisione, annunciata dalla Repubblica Ceca, che occupa la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione, è stata presa durante la riunione degli ambasciatori dei 27 paesi comunitari, il cosiddetto Coreper. L’Albania aveva ottenuto lo status di candidato ufficiale otto anni fa, e la Macedonia del Nord addirittura nel 2005. Nel caso di Skopje, la svolta è arrivata dopo che il parlamento ha approvato una proposta europea per mettere fine alla disputa storico-identitaria con la Bulgaria, che ha revocato il suo veto all’integrazione della Macedonia del Nord alla fine di giugno. Secondo il politologo romeno Ovidiu Nahoi, che interviene su Radio France International, questi ultimi sviluppi dipendono anche dall’indebolimento della posizione russa: “Mosca è pesantemente coinvolta nei Balcani occidentali e cerca di sfruttare la frustrazione che nei paesi della regione è stata alimentata dalla mancanza di progressi nel percorso verso l’integrazione europea. Ma l’aggressione russa all’Ucraina ha dato nuovo slancio alle ragioni dell’allargamento. Un fattore che probabilmente il Cremlino non aveva preso in considerazione”.

Piano d’emergenza

Provenienza delle importazioni di gas nell’Unione europea nel 2021, % (Eurostat)

Il 20 luglio la Commissione europea ha presentato un piano per ridurre la domanda di gas dei paesi dell’Unione in modo da far fronte al calo delle importazioni dalla Russia. Bruxelles aveva già proposto una serie di misure per limitare la dipendenza dagli idrocarburi russi, nota Le Monde, ma la riduzione dei flussi sta rallentando l’accumulo delle riserve per l’inverno e si teme uno stop totale da parte di Mosca, che potrebbe innescare una recessione. Il piano prevede che gli stati si impegnino a ridurre volontariamente i loro consumi di gas del 15 per cento fino a marzo del 2023, un obiettivo che diventerebbe obbligatorio in caso d’emergenza. La commissione ha suggerito alcune misure, come incentivare la aziende che limitano i consumi o abbassare il riscaldamento negli edifici pubblici. Gli stati dovranno anche decidere quali settori industriali dovranno fermarsi per primi se le forniture dovessero essere insufficienti.

Controlli sui rifugiati

I rifugiati provenienti da venti paesi europei considerati “sicuri” avranno bisogno di un visto per entrare in Irlanda. Il governo ha infatti sospeso per un anno la validità dell’accordo sull’abolizione dei visti per i rifugiati, un trattato del 1959 del Consiglio d’Europa che consente a chi ha ottenuto l’asilo politico di muoversi liberamente tra i paesi firmatari. Dublino ha spiegato che la decisione è stata presa per contrastare i sempre più numerosi tentativi di abusare dell’accordo, ma secondo l’Irish Times è dovuta soprattutto alla crisi del sistema di accoglienza irlandese, messo a dura prova dall’arrivo di decine di migliaia di profughi dall’Ucraina.

Kirill Kudryavstev, Afp/Getty Images

Russia Maria Ovsyannikova ( nella foto ), la dipendente della tv pubblica arrestata a marzo per aver mostrato in diretta un cartello contro l’invasione dell’Ucraina, è stata fermata e denunciata per oltraggio alle forze armate dopo aver pubblicato messaggi di protesta sui social network.

Francia. Il governo ha presentato un’offerta da 9,7 miliardi di euro per acquistare il 16 per cento delle azioni dell’azienda elettrica Edf che ancora non controlla. Il 6 luglio il presidente Emmanuel Macron aveva annunciato l’intenzione di nazionalizzare l’azienda per far fronte alla crisi energetica.

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1470 - 22 luglio 2022
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