I premi IgNobel

Spesso sono le persone più fortunate, e non quelle con più talento, ad avere successo nella vita. La conferma viene da una ricerca italiana vincitrice del premio IgNobel per l’economia. “Abbiamo simulato al computer quarant’anni di vita di persone che s’imbattevano in eventi sfortunati o fortunati, dimezzando o raddoppiando il loro capitale in base a una distribuzione di probabilità legata all’intelligenza”, hanno spiegato i vincitori alla cerimonia on­line degli IgNobel, che la rivista Annals of Improbable Re­search assegna ogni anno alle ricerche più strane e improbabili, che “prima fanno ridere e poi fanno pensare”. Quest’anno**
l’IgNobel per la **fisica è andato a una ricerca sugli anatroccoli che nuotano in fila dietro alla mamma. A quanto pare la formazione lineare permette di risparmiare energia, soprattutto agli ultimi della fila. Quello per la biologia è stato assegnato a uno studio sugli effetti della perdita della coda, e conseguente costipazione, degli scorpioni: alla lunga può compromettere la ricerca del partner. Altri ricercatori si sono concentrati su quante dita servono per girare una manopola e sul perché i documenti legali sono incomprensibili: le due ricerche capaci di spiegarlo hanno vinto i premi per l’ingegneria e per la letteratura. Infine, l’IgNobel per la pace è andato a un algoritmo che aiuta i pettegoli a decidere quando dire la verità e quando mentire, quello per la cardiologia a una ricerca sulla sincronizzazione dei battiti cardiaci delle persone che sono attratte l’una dall’altra, e quello per la storia dell’arte all’interpretazione delle scene di clisteri sulle ceramiche antiche dei maya. Secondo gli autori, i maya usavano clisteri inebrianti a base di alcol ed erbe allucinogene.

Risposta insufficiente

Nel 1958 un laboratorio in Danimarca ricevette alcune scimmie da Singapore. In seguito al contatto con altri animali presenti nel laboratorio, le scimmie si ammalarono di un’infezione oggi nota come vaiolo delle scimmie. La fonte primaria dell’infezione è ancora oggi un mistero. Il primo caso umano fu registrato nella Repubblica Democratica del Congo nel 1970. Negli anni successivi il virus diventò endemico in Africa subsahariana, continuando a circolare nella fauna selvatica, probabilmente tra i roditori. Dal 1970 al 1979 furono registrati undici casi umani, nel decennio successivo 347, poi più di mille e circa diecimila in ognuno dei due decenni più recenti, sempre in Africa. Il 6 maggio è cominciata una nuova fase, con il primo caso registrato nel Regno Unito. La comparsa della malattia in Europa (più di diecimila casi) e nelle Americhe (più di 3.600) ha sorpreso molti. Sono stati approvati vaccini e farmaci, ma sono state trascurate le zone d’origine del virus. Sarebbe invece necessario un piano d’azione equo e sostenibile a livello globale. Le malattie infettive non hanno confini e le risposte devono riguardare tutti. ◆

Un lento ritorno alla normalità

Tasso di attività rispetto a prima della pandemia, popolazione di 50 paesi. (Fonte: The Economist)

Il mondo sta tornando ai livelli di attività di prima della pandemia, scrive l’Economist. Lo suggerisce un indice basato su otto settori, tra cui il traffico stradale, i viaggi in aereo e gli spettatori nei cinema e agli eventi sportivi. Ad agosto l’indice mondiale ha toccato quota 84, contro i cento di prima della pandemia (ora l’Italia è a 91). In molti paesi europei cominciano però a risalire i contagi. E preoccupa la nuova sottovariante omicron Ba.2.75.2 (“figlia” della Ba.2.75, detta Centaurus), rilevata in vari paesi, tra cui India, Germania e Spagna.

Addormentare i neonati

Qual è il metodo migliore per addormentare un neonato? Alcuni ricercatori avrebbero trovato la strategia ottimale: prendere in braccio il bambino che piange e camminare per circa cinque minuti. Quando il bambino si assopisce, sedersi per altri 5-8 minuti, tenendolo ancora in braccio. E poi adagiarlo nella culla. L’effetto calmante del movimento, scrive Current Biology, è legato a un meccanismo evolutivo che permette ai genitori di trasportare la prole in presenza di un predatore.

Yasmine Phillips, Curtin University

Paleontologia Lo studio di un fossile trovato nella Gogo Formation, in Australia, ha permesso di ricostruire l’evoluzione degli organi interni dei vertebrati. Il fossile, scrive Science, è di un pesce primitivo appartenente al gruppo dei placodermi, vissuti nel periodo devoniano, 380 milioni di anni fa. Si vedono tracce tridimensionali del cuore (nella foto), del fegato e dello stomaco.

Astronomia Gli anelli di Saturno e l’inclinazione del pianeta potrebbero essere dovuti a una luna scomparsa, Chrysalis. Secondo una ricerca pubblicata su Science, i movimenti di Titano, la luna più grande di Saturno, e l’influenza di Nettuno potrebbero aver spinto Chrysalis verso Saturno, causandone la frantumazione. I detriti avrebbero poi formato gli anelli, cento milioni di anni fa, e il pianeta avrebbe assunto l’attuale inclinazione rispetto al piano dell’orbita.

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1479 - 23 settembre 2022
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