03 febbraio 2015 11:55

Giorgio Napolitano, Carlo Azeglio Ciampi, papa Francesco, ma anche Stefano Taché, il bambino di due anni ucciso in un attentato compiuto da un commando palestinese alla sinagoga di Roma nel 1982.

Il presidente della repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso d’insediamento a Montecitorio ha citato dodici figure della storia italiana recente.

Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano. Dopo aver ringraziato le presidenti della camera Laura Boldrini e Valeria Fedeli, in avvio di discorso, il presidente Sergio Mattarella ha rivolto “un deferente saluto ai miei predecessori Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano”.

Papa Francesco. Nel sottolineare come la lotta alla mafia e alla corruzione debbano essere delle priorità, Mattarella ha ricordato le parole del papa. “L’attuale pontefice Francesco che ringrazio per il messaggio di auguri che ha voluto inviarmi ha usato parole severe contro i corrotti, uomini di buone maniere, ma di cattive abitudini”.

Stefano Taché. La violenza in nome della religione va “condannata e combattuta”, ha sottolineato Mattarella, ricordando le recenti decapitazioni (di fronte alle quali “siamo inorriditi”) degli ostaggi giapponesi compiute dal gruppo Stato islamico e citando la vicenda di Stefano Taché, il bambino di due anni morto nell’attentato del 1982 alla sinagoga di Roma.

Charlie Hebdo. Nel citare il terrore al quale vanno date “risposte globali” per garantire “ai cittadini il diritto a una vita serena” Mattarella ha ricordato in un passaggio anche quanto accaduto a Parigi.

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. C’è una “allarmante diffusione della mafia” un “cancro pervasivo che distrugge le speranze”, ha detto il presidente ricordando i “molti eroi della lotta alla mafia” e citando Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

I due fucilieri di marina Girone e Latorre. Il presidente ha parlato della vicenda dei due fucilieri di marina auspicando “una soluzione positiva al più presto con il loro ritorno definitivo a casa”.

Padre Paolo Dall’Oglio, Giovanni Lo Porto, Ignazio Scaravilli. “Di tre italiani, padre Paolo Dall’Oglio, Giovanni Lo Porto e Ignazio Scaravilli, non si hanno notizie in terre difficili e martoriate”. Così il presidente Sergio Mattarella ha rivolto la sua “solidarietà” ai familiari e “l’augurio di un rapido ritorno a casa”.

L’esperto di comunicazione Pier Luca Santoro ha analizzato le parole più ricorrenti nel discorso di Sergio Mattarella.

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