03 giugno 2015 16:03
Mario Draghi durante la conferenza stampa a Francoforte. (Kai Pfaffenbach, Reuters/Contrasto)

Il consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce) ha aggiornato le previsioni sulla crescita e sull’inflazione nell’eurozona e ha affrontato il tema della crisi greca. Durante una conferenza stampa a Francoforte, il presidente della Bce Mario Draghi ha spiegato che:

  • I tassi d’interesse ufficiali nell’area euro restano fermi al minimo storico dello 0,05 per cento. La Bce cerca così di stimolare l’inflazione e la crescita. Il tasso sui prestiti marginali e quello sui depositi bancari restano rispettivamente allo 0,30 per cento e al -0,20 per cento.
  • La ripresa economica registra una “modesta perdita di slancio”. Gli ultimi dati sono meno buoni rispetto alle attese, ma questa situazione è dovuta a rallentamenti delle economie fuori dall’area euro, perché la domanda interna resta solida.
  • I paesi che usano l’euro cresceranno nel complesso dell’1,5 per cento nel 2015, dell’1,9 per cento nel 2016 e del 2 per cento nel 2017. Queste previsioni coincidono con quelle di tre mesi fa. Solo la stima sul 2017 risulta di un decimale più bassa.
  • Nel 2015, l’inflazione crescerà dello 0,3 per cento, mentre tre mesi fa i tecnici della Bce avevano calcolato che non sarebbe variata. Sono state confermate invece le stime per il 2016 e il 2017, con un’inflazione media rispettivamente dell’1,5 e dell’1,8 per cento.
  • Anche con il leggero rialzo di maggio, l’inflazione resta sotto la soglia del 2 per cento che la Bce ha fissato come obiettivo. Secondo il presidente Draghi, le stime di oggi, per la prima volta positive dopo mesi, allontanano il rischio della deflazione nella zona euro.
  • Questa è una settimana cruciale per il destino della Grecia: entro il 5 giugno Atene dovrà restituire parte del suo debito al Fondo monetario internazionale, ma si aspetta che l’Unione europea sblocchi prima il piano di aiuti. Draghi ha chiarito: “Il consiglio direttivo della Bce vuole che la Grecia resti nell’euro, ma serve un accordo forte che produca crescita, equità e che sia sostenibile”.

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