21 ottobre 2015 12:12

Con le elezioni del 25 ottobre l’Argentina dice addio all’era dei Kirchner e alla presidenza di Cristina Fernández, moglie dell’ex presidente Néstor Kirchner, che ha governato il paese per otto anni.

Il governo di Fernández è stato caratterizzato da importanti investimenti nel sociale, interventi pubblici nell’economia, inflazione alta e conti pubblici a rischio bancarotta. I tre candidati in lizza per la presidenza sono: Daniel Scioli appoggiato dal partito di Fernández, Mauricio Macri e Sergio Massa. Secondo gli ultimi sondaggi, Daniel Scioli è in vantaggio sugli altri candidati, ma non è sicuro che vinca al primo turno e potrebbe andare al ballottaggio con Mauricio Macri. Per evitare il ballottaggio, il vincitore del primo turno deve prendere il 45 per cento dei voti oppure deve prendere il 40 per cento delle preferenze e avere dieci punti di vantaggio rispetto al secondo arrivato.

Daniel Scioli

Daniel Scioli è il candidato unico della coalizione formata dai kirchneristi del Frente para la Victoria (Fpv) e i peronisti del Partido justicialista (Pj). Scioli è stato il delfino dell’ex presidente argentino Carlos Menem e ha sempre avuto posizioni neoliberiste, in disaccordo con la politica statalista di Cristina Fernández e di suo marito Néstor Kirchner. Tuttavia negli ultimi anni si è riavvicinato alla presidente uscente Fernández, che ha scelto di candidarlo come suo successore.

Ex imprenditore, 58 anni, Scioli è stato per due volte governatore della provincia di Buenos Aires, la più popolosa del paese. È un peronista e ha promesso una riforma economica “graduale” che introduca le liberalizzazioni e la competizione nell’economia stagnante del paese, ma senza tagli alla spesa pubblica.

Scioli vuole che la banca centrale argentina mantenga il controllo sul tasso di cambio e ha assicurato che non ricorrerà alla svalutazione della moneta. Vuole rivedere le quote e le tasse sulle esportazioni di soia e di grano. Inoltre si è impegnato a portare 30 miliardi di dollari di investimenti all’anno in Argentina e a ridurre l’inflazione nel corso dei prossimi quattro anni. Infine il candidato peronista ha ribadito varie volte che non intende impegnarsi in una battaglia legale con gli Stati Uniti per gli hedge fund non pagati e ha detto che un negoziato con i creditori è necessario per accedere a ulteriori finanziamenti.

Mauricio Macri

Il conservatore Mauricio Macri, del partito Propuesta republicana (Pro), è un potente imprenditore argentino, è sindaco di Buenos Aires ed è stato presidente della squadra di calcio Boca Juniors, una delle più famose dell’Argentina. È il candidato unico della coalizione dei partiti d’opposizione Cambiemos. In campagna elettorale ha promesso di liberalizzare il mercato e di rimettere a posto i conti dell’Argentina che sono in crisi, con dei tassi d’inflazione molto alti.

Macri spera di guadagnare abbastanza voti per poter sfidare Scioli in un secondo turno a novembre. Solo in questo caso, infatti, avrebbe qualche possibilità di vincere contro il candidato appaggiato dalla presidente.

Macri ha promesso di togliere tutti i vincoli presenti nel sistema economico argentino per il controllo dei capitali e di abbassare le tasse. Inoltre ha detto che combatterà la corruzione, ma la sua campagna elettorale è stata turbata da un’inchiesta per corruzione nella quale è stato coinvolto. Il 10 settembre un giudice di Buenos Aires, Roberto Ponce, ha richiesto all’amministrazione della città i documenti relativi ai contratti per la pubblicità che il sindaco ha firmato con un’azienda che appartiene a un esponente del suo stesso partito Propuesta republicana (Pro).

Sergio Massa

Massa è un avvocato di 43 anni, politico di lungo corso che si presenta con il Frente renovador, come la terza via tra la continuità di Scioli e la terapia d’urto proposta da Macri. Massa è stato il capo di gabinetto di Cristina Fernández, ma le sue dimissioni sono costate molto care alla presidente, perché hanno coinciso con una batosta elettorale nel 2013.

La battaglia contro la criminalità è il fulcro della campagna elettorale di Massa che ha promesso di schierare l’esercito per combattere i trafficanti di droga. Massa si è impegnato a rimuovere tutti vincoli al controllo dei capitali e a portare l’inflazione al 4 o al 5 per cento. Per Massa si tratta di recuperare la credibilità del governo, garantendo l’indipendenza della banca centrale e del potere giudiziario.

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