17 luglio 2023 10:27

C’è grande incertezza sul futuro dell’accordo sul passaggio dei cereali ucraini attraverso il mar Nero, considerato cruciale per l’approvvigionamento alimentare mondiale e scaduto alla mezzanotte del 17 luglio.

Nel fine settimana silenzio e discrezione hanno circondato tutti i tentativi condotti dalla Turchia e dall’Onu per convincere Mosca a prolungare l’accordo, firmato nel luglio 2022 sul Bosforo. Nell’ultimo anno ha garantito il passaggio sicuro delle navi da carico da e per i porti ucraini nonostante la guerra, trasportando un totale di quasi 33 milioni di tonnellate di grano destinate ai mercati mondiali.

Ma la Russia non ha annunciato il suo via libera e la trattativa ora è di fatto ferma.

“Dal 27 giugno, nessuna richiesta di passaggio è stata approvata dalle parti”, si legge in un comunicato del Centro di coordinamento congiunto, che supervisiona l’accordo da Istanbul. L’ultimo cargo approvato dagli ispettori dei quattro firmatari (Turchia, Ucraina, Russia e Nazioni Unite), la nave da carico turca Tq Samsun, ha lasciato il porto ucraino di Odessa il 16 luglio ed è diretto a Istanbul, secondo il sito web Marine Traffic.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan si mostra fiducioso: il 14 luglio aveva assicurato che il suo omologo russo Vladimir Putin era “d’accordo” con lui sull’estensione dell’accordo. Ma il portavoce del Cremlino ha immediatamente risposto che non era stata fatta alcuna dichiarazione in tal senso.

Putin ha più volte denunciato gli ostacoli all’esportazione di prodotti alimentari e fertilizzanti russi, che avrebbero dovuto accompagnare l’esportazione dei prodotti ucraini. Inoltre ha affermato che “l’obiettivo principale dell’accordo, la consegna di grano ai paesi poveri, in particolare nel continente africano, non è stato raggiunto”: secondo i dati ufficiali, Cina e Turchia sono i principali beneficiari delle spedizioni, insieme alle economie sviluppate.

Eppure, grazie all’accordo, il Programma alimentare mondiale è stato in grado di fornire aiuti a una decina di paesi in difficoltà, tra cui Afghanistan, Sudan e Yemen. Da qui il coinvolgimento del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, che ha indetto numerose riunioni. Nel fine settimana ha incontrato i funzionari dell’Unione europea, le cui sanzioni ostacolano le attività della principale banca agricola russa. Ma da questi colloqui non è emerso nulla.

Combattimenti intensi
Sul terreno, le autorità ucraine parlano di intensi combattimenti con le forze russe sul fronte orientale nel fine settimana e in un’intervista alla tv Rossija 1, trasmessa il 16 luglio, Vladimir Putin ha dichiarato che la controffensiva ucraina lanciata a giugno non stava facendo progressi.

Lo stato maggiore ucraino ha indicato che il suo esercito stava continuando l’offensiva nel sudest, dove il 14 luglio ha dichiarato di essere avanzato di altri due chilometri verso la città occupata di Melitopol, cercando di avanzare verso il mar d’Azov per tagliare le linee russe e isolare la Crimea.

Sempre a est, ma più a nord, la viceministra della difesa Hanna Malyar ha riconosciuto che la situazione si è “intensificata” a causa degli sforzi delle forze russe di contrattaccare in diverse aree, dove l’esercito ucraino si trova in una posizione difensiva. Ma ha sottolineato che le forze ucraine stanno “avanzando gradualmente” verso Bakhmout, la cittadina che è caduta sotto il controllo russo a maggio dopo mesi di combattimenti durissimi.

Portata avanti da giugno con il supporto di armi pesanti fornite dall’occidente, la controffensiva ucraina sta facendo lenti progressi contro le truppe russe, che hanno avuto il tempo di costruire solide difese, compresi grandi campi minati, e che hanno ancora molta potenza di fuoco per contrastare le forze ucraine.

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