Quali sono le aspettative e le rivendicazioni dei giovani cittadini europei in vista delle elezioni del nuovo parlamento di Strasburgo, che in Italia si terranno l’8 e il 9 giugno? Per cercare di capirlo, il canale televisivo franco-tedesco Arte ha raccolto le loro opinioni e raccontato le loro storie da vari paesi dell’Unione.

Croazia: a fianco di migranti e rifugiati

Andrea, 26 anni, è una psicologa croata. Lavora in un centro d’accoglienza a Zagabria, dove con un’ong si prende cura della salute mentale dei richiedenti asilo che arrivano nel paese dalla rotta balcanica ed è impegnata a difendere i diritti delle persone migranti nell’Unione europea.

Danimarca: la cooperazione nella ricerca scientifica

Camilla, 28 anni, è una biologa marina danese. Lavora nella regione dello Jutland settentrionale per un progetto di cooperazione e ricerca europeo sui sistemi di acquacoltura all’interno dei parchi eolici offshore nel mare del Nord e nel Baltico.

Ungheria: lottare per la democrazia

Petra, 22 anni, studia scienze politiche a Budapest. Da anni si batte per un’Ungheria più democratica, in cui istruzione e informazione siano libere dal controllo della politica del governo di Viktor Orbán, sempre più lesivo dei diritti fondamentali dei cittadini.

Paesi Bassi: per un’intelligenza artificiale più equa

Jurriaan, 29 anni, è un data analyst olandese. Con la sua fondazione lavora per rendere l’intelligenza artificiale più corretta e imparziale, esaminando i codici delle applicazioni e segnalando eventuali discriminazioni razziali e di genere negli algoritmi.

Francia: l’Erasmus dovrebbe essere un diritto

Léa, 20 anni, è una studente dell’università francese Sciences Po. È in Erasmus a Madrid, in Spagna, per un anno, ma fatica a mantenersi. I criteri per calcolare la borsa di studio prevista creano spesso disparità di trattamento, favorendo gli studenti più benestanti.

Lituania: zero emissioni entro il 2035

Vytenis, 29 anni, è un ingegnere meccanico lituano. Per lavoro converte vecchi motori diesel in elettrici, perché crede che il futuro dei trasporti in Europa sia nelle politiche per raggiungere l’azzeramento delle emissioni. L’impegno degli stati dell’Unione in materia, però, non è ancora sufficiente per riuscire a interrompere la vendita di nuovi veicoli a combustione interna entro il 2035.

Guarda anche

Questi video sono stati realizzati dalla televisione franco-tedesca Arte all’interno di Europa settegiorni, un progetto a cui partecipano vari giornali europei: El País (Spagna), Gazeta Wyborcza (Polonia), Internazionale (Italia), Ir (Lettonia), Kathimerini (Grecia), Le Soir (Belgio) e Telex (Ungheria). È finanziato dall’Unione europea con i fondi per le European media platforms.

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