Nel suolo della California c’è ancora tanto oro, e qualcuno pensa che sia una buona idea provare a estrarlo. Può sembrare una follia, visto che sono passati 170 anni dalla corsa all’oro che ha cambiato l’ovest degli Stati Uniti, ma un articolo uscito su Undark spiega che alcune aziende stanno comprando e cercando di riaprire vecchie miniere. In particolare una nella Grass valley, nel nord dello stato.

“La miniera in questione, che si trova nella contea di Nevada, fu chiusa nel 1956, non perché l’oro fosse finito ma per ragioni di economia politica. Nel 1944 gli accordi di Bretton Woods avevano creato un nuovo sistema monetario internazionale per dare stabilità ai tassi di cambio. Come parte di quello sforzo, si decise di fissare il prezzo dell’oro a 35 dollari per oncia (28 grammi). A causa di questo cambiamento, l’estrazione dell’oro diventò poco redditizia”.

Ma oggi c’è una situazione diversa: “Il costo dell’oro non è più fisso e i prezzi stanno salendo in risposta all’incertezza economica causata dal covid-19. La decisione della Federal reserve di tenere bassi i tassi d’interesse ha fatto calare i guadagni su titoli di stato e conti deposito, rendendo l’oro un investimento più attraente”. Nel frattempo le tecnologie per estrarre il metallo sono diventate più sofisticate. Così le miniere riaprono in posti dove questo settore sembrava morto (non solo negli Stati Uniti ma anche in Canada e Irlanda del Nord).

Economia di scarto
Nel sottosuolo degli Stati Uniti ci sarebbero ancora 63mila tonnellate d’oro, circa un terzo di quello estratto finora. Il problema è che oggi estrarre il metallo è più difficile che in passato, perché è molto in profondità. Per riuscirci le aziende devono capire cosa fare delle centinaia di tonnellate di scarti, che in molti casi contengono metalli pesanti – arsenico, mercurio, piombo – e altre sostanze tossiche. Gli abitanti della Grass valley stanno ancora facendo i conti con i danni causati dalla precedente corsa all’oro.

I dubbi riguardano anche la sensatezza economica dell’intera operazione. “Alcuni economisti si chiedono che senso abbia estrarre un metallo che alla fine è destinato ai caveau delle banche: ‘Buona parte del valore dell’oro dipende da quanto bisogna spendere per tirarlo fuori dal sottosuolo’, dice l’economista Dirk Baur. C’è qualche profitto che le compagnie possono fare, ma il grosso sono spese”.

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