29 giugno 2017 10:52

C’è un motivo storico per la presenza di Donald Trump ai festeggiamenti del 14 luglio: quest’anno ricorre infatti il centenario dell’ingresso degli Stati Uniti al fianco della Francia nella prima guerra mondiale.

Senza l’impegno degli statunitensi i francesi avrebbero potuto subire una sconfitta crudele quanto lo è stata quella dei tedeschi. Il 1917 suggellò un’amicizia che risaliva alla rivoluzione americana e che non è più stata abbandonata. Non si tratta di una data da far passare sotto silenzio, anche perché l’amicizia tra i due paesi è fondamentale ancora oggi.

Ma resta il fatto che Donald Trump – l’uomo dei tweet compulsivi, della cancellazione dell’assistenza sanitaria per gli americani più poveri, delle dichiarazioni d’amore per Vladimir Putin, del muro alla frontiera messicana, dell’uscita dall’accordo sul riscaldamento globale e del divieto d’ingresso negli Stati Uniti per i viaggiatori provenienti dai paesi musulmani – è stato invitato dal presidente della repubblica alla sfilata delle truppe francesi e , a prescindere dalla storia, è una visita che mette a disagio.

Acquisto al ribasso
L’invito è prima di tutto un gesto poco delicato. Ma possiamo considerarlo un errore? Difficile dirlo, perché parlando cinicamente porta diversi vantaggi.

In termini borsistici si chiama acquistare al ribasso. Donald Trump è in difficoltà su tutti i fronti interni, non ha ancora una politica estera e non è neanche sicuro di poter portare a termine il suo mandato. Ed ecco che il presidente della repubblica francese gli tende la mano e lo tratta con tutti gli onori dovuti al suo rango, pur esprimendo il proprio disaccordo con le posizioni dell’invitato.

Così facendo, in un momento in cui il Regno Unito s’impantana nella sua Brexit, Macron promuove la Francia come interlocutore privilegiato degli Stati Uniti e soprattutto si concede la possibilità di giocare la carta del buon senso con Trump e cercare di trasformarlo in partner di peso in importanti questioni internazionali.

Una Francia che dialoga con gli Stati Uniti e la Russia potrebbe diventare il paese leader dell’Unione europea

Se Macron riuscirà nel suo intento, molti abitanti delle grandi capitati mondiali gli saranno riconoscenti, prima di tutto a Washington. Trump ha bisogno d’aiuto, quindi il fallimento della mossa di Macron è tutto fuorché scontato.

Sulla Siria i due capi di stato si sono già messi d’accordo per punire militarmente un eventuale nuovo utilizzo di armi chimiche da parte di Bashar al Assad. Questa intesa riporta la Francia in Medio Oriente e rafforza la sua posizione nel tentativo di rilancio dei rapporti con la Russia. Una Francia in dialogo costante con Washington e Mosca potrebbe inoltre diventare il paese leader dell’Unione europea.

Quindi no, questo invito non è un errore, ma l’abilità strategica non sempre è buona consigliera. In politica l’immagine è molto importante. Emmanuel Macron e Donald Trump nella stessa tribuna davanti una sfilata a cui parteciperà l’aviazione americana: una scommessa che potrebbe pagare molto ma anche costare carissima.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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