20 novembre 2017 11:47

La Francia vuole salvare il Libano da un vuoto istituzionale che potrebbe sfociare in un conflitto armato. In questo modo Parigi vorrebbe evitare un aumento della tensione regionale, già alta, tra l’Arabia Saudita e l’Iran. Ma davvero ha i mezzi per riuscirci?

Tutto lascia pensare che non sia così, perché le posizioni di iraniani e sauditi sembrano inconciliabili. L’Iran non vuole sentire parlare di un negoziato sul suo programma balistico e l’ha ribadito chiaramente a Emmanuel Macron, che dal canto suo vorrebbe che il programma di Teheran fosse quantomeno limitato per placare le inquietudini di Riyadh e Washington.

In tutto questo è difficile pensare che gli iraniani accettino una ritirata anche parziale delle truppe di Hezbollah che hanno inviato in Siria, perché il loro alleato Bashar al Assad ha un estremo bisogno dell’appoggio dell’organizzazione politico-militare degli sciiti libanesi, armati e finanziati da Teheran.

I margini del successo
La volontà di ottenere il rientro delle truppe di Hezbollah e un ritorno dell’Iran all’interno delle sue frontiere è il motivo che ha spinto il principe ereditario saudita a imporre al primo ministro libanese Saad Hariri di dimettersi. Riyadh ha preso i libanesi in ostaggio e vorrebbe costringere Hezbollah a ritirarsi dalla Siria. Il paese rischia una guerra civile se non sarà capace di trovare un consenso su un nuovo governo.

Per Riyadh e Teheran la posta in gioco è enorme, e difficilmente la Francia potrà condurre i due paesi a un compromesso. Ma non è detto che la missione di Parigi si riveli fallimentare.

Macron ha saputo convincere l’Arabia Saudita a concedere il permesso ad Hariri di rientrare a Beirut il 22 novembre passando per Parigi, dimostrando di voler rafforzare il rifiuto della violenza in Libano e quindi di volere un compromesso con Hezbollah e i suoi protettori iraniani.

In questa battaglia la Francia ha l’attenzione sia dei sauditi sia degli iraniani

La Francia ha segnato un punto e vorrebbe segnarne un secondo ottenendo che Hezbollah smetta di comportarsi come uno stato nello stato e consenta l’affermazione di uno stato libanese.

Non ci siamo ancora, ma in questa battaglia la Francia ha l’attenzione sia dei sauditi sia degli iraniani, perché denuncia la destabilizzazione del Medio Oriente operata da Teheran e allo stesso tempo difende il compromesso sul nucleare dagli attacchi di Donald Trump.

La Francia sta cercando di ottenere dagli americani, dai sauditi e dagli israeliani un passo indietro nella loro missione di seppellire l’accordo sul nucleare in cambio del via libera dell’Iran a una demilitarizzazione di Hezbollah in Libano. È un piano ambizioso, ma se Emmanuel Macron dovesse riuscire a portarlo a termine sarebbe un primo passo verso un compromesso regionale.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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