30 marzo 2018 14:27

È una parola estremamente pericolosa e sicuramente ingannevole. Evidentemente in Francia ci sono francesi ebrei o musulmani, ma non esistono, contrariamente a quanto sentiamo dire notte e giorno, “comunità” ebraiche o musulmane.

Non esistono così come non esiste una “comunità cristiana”, per il semplice fatto che ci sono cristiani credenti e non credenti, praticanti e non praticanti, liberali e integralisti, di sinistra e di destra, etero e omosessuali.

L’unico punto in comune tra i cristiani di ogni orientamento è quello di essere figli di cristiani, e lo stesso vale per musulmani ed ebrei.

Un comunitarismo pericoloso
Come in tutta Europa e anche nel mondo arabo, in Francia esistono musulmani atei, e sono sempre più numerosi. Ci sono musulmani di tutto lo spettro politico e tra loro ci sono imprenditori, funzionari degli ospedali o della polizia, medici, avvocati, operai, professori. Sono pochi, pochissimi i pericolosi sbandati che s’inventano nel jihadismo la ragione di esistere che non hanno saputo trovare altrove.

Se i musulmani sono diversi tra loro come lo sono i cristiani, lo stesso di può dire degli ebrei, anch’essi presenti in tutti i partiti e in tutte le professioni, scettici oppure ortodossi, ricchi o poveri come lo era la signora Knoll, la donna uccisa da un antisemita che la credeva ricca solo perché ebrea.

Riconoscendo solo i cittadini, la repubblica si è sempre rifiutata di riconoscere le comunità

La parola “comunità” non rispecchia la realtà, ma resta estremamente pericolosa perché quando pensiamo in termini di comunità diamo valore a organizzazioni che dovrebbero incarnare e rappresentare gli ebrei o i musulmani.

Per definizione, queste organizzazioni (come il Comitato rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia) raggruppano associazioni e movimenti incredibilmente diversi e a cui la stragrande maggioranza di ebrei e musulmani non appartiene, perché tutte queste persone non si definiscono musulmane o ebree o comunque non “prima di tutto” musulmane o ebree.

Il solo uso della parola “comunità” ci porta dunque a credere e a far credere che gli ebrei o i musulmani costituiscano blocchi più omogenei rispetto a cristiani o buddisti, blocchi che sarebbero estranei al resto della varietà nazionale: diversi, “altri”.

È falso e soprattutto è pericoloso, perché è in questo modo che gli ebrei, i musulmani, i còrsi e tutte le altre minoranze diventano “estranee” agli occhi della maggioranza. Riconoscendo solo i cittadini, la repubblica si è sempre rifiutata di riconoscere le comunità. Sarebbe il caso di ricordarselo.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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