12 giugno 2015 16:46

I miei figli sono agli ultimi giorni di scuola e come al solito a me prende il magone. Cos’è, nostalgia della mia infanzia spensierata?–Catia

Giugno è sempre giugno. Per i figli che stanno per godersi l’estate, e per noi genitori che – dopo mesi di colazioni fatte di corsa, compiti a casa, incontri con le professoresse e recite – ci accorgiamo che è passato un altro anno, più velocemente di quanto avremmo pensato. E scopriamo che rispetto alla scorsa estate sono cambiate tante cose: tua figlia ha imparato ad attraversare la strada; le tue gemelle non portano più il pannolino; tuo figlio si è messo con una ragazza.

Qualche settimana fa, quando mio figlio di tre anni ha finalmente imparato a bere il latte dalla tazza pensavo che sarebbe stata una liberazione. E invece mi sono trovato in balia di una malinconia profonda al pensiero che non ci saranno più biberon in casa nostra.

Giugno è il sabato dell’anno, e trovo che la descrizione dolceamara del Sabato del villaggio di Leopardi parli un po’ anche di questo mese: “Questo di sette è il più gradito giorno, / pien di speme e di gioia: / diman tristezza e noia / recheran l’ore, ed al trava­glio usato / ciascuno in suo pensier farà ritorno. Garzoncello scherzoso, / cotesta età fiorita / è come un giorno d’allegrezza pieno, / giorno chiaro, sereno, / che precorre alla festa di tua vita. / Godi, fanciullo mio; stato soave, / stagion lieta è cotesta. / Altro dirti non vo’; ma la tua festa / ch’anco tardi a venir non ti
sia grave”.

Questo articolo è stato pubblicato il 12 giugno 2015 a pagina 12 di Internazionale, con il titolo “La stagion lieta”. Compra questo numero | Abbonati

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