20 marzo 2018 12:55

Quando Matteo Salvini sostiene che una nuova legge elettorale si può fare in sette giorni, non si sa se ridere o piangere. Primo, perché da anni le leggi elettorali in Italia esprimono la perenne instabilità politica del paese: in Gran Bretagna, in Francia, in Svizzera e in altri paesi i sistemi elettorali sono in vigore da oltre cento anni e a nessuno verrebbe in mente di toccarli. Secondo, perché si tratta della legge che fissa le regole della democrazia e gli eventuali aggiornamenti dovrebbero avvenire solo in via eccezionale e con larghissimo consenso.

In Italia succede l’esatto contrario: in pochi anni queste regole sono state modificate sei volte – un’assoluta anomalia e un record poco invidiabile per un paese democratico.

Com’era prevedibile, questi cambiamenti non hanno risolto nessun problema né hanno garantito la governabilità. Anzi, hanno creato nuovi guai politici. Da tempo i cittadini si sono stufati di seguire l’avvicendamento di quelle leggi dai nomi latineggianti come Mattarellum, Porcellum, Consultellum, Italicum, Democratellum, Legalicum.

La frenetica corsa ai sistemi elettorali a un certo punto ha portato a 31 proposte diverse

All’Italia spetta anche il primato mondiale di aver varato una legge elettorale mai applicata, e cioè l’Italicum. Avrebbe dovuto riguardare la camera dopo l’abolizione del senato prevista dalla riforma costituzionale voluta dal governo Renzi.

Fu approvata con un voto di fiducia contestatissimo, imposto dallo stesso primo ministro. Una mossa che segnò la fine del patto del Nazareno con Berlusconi e il fallimento della riforma costituzionale. Poco dopo l’alta corte dichiarava l’incostituzionalità della legge.

La frenetica corsa ai sistemi elettorali a un certo punto ha portato a 31 proposte diverse presentate alla commissione affari costituzionali – un vero delirio. Eppure l’analisi sembra semplicissima: l’Italia è un paese politicamente instabile che in settant’anni di storia ha bruciato 64 governi.

Avrebbe quindi bisogno di un sistema elettorale che garantisca la stabilità e la governabilità. Un sistema con il quale si sappia la sera del voto chi guiderà il paese per i successivi cinque anni. Ma i partiti italiani non gradiscono nulla di così razionale.

Il sistema dev’essere complesso, permettere sorprese, difficilmente prevedibile e abbastanza complicato per gli elettori. E così, dopo lunghe contorsioni, hanno partorito il Rosatellum bis, che secondo Matteo Renzi e Silvio Berlusconi avrebbe dovuto penalizzare il Movimento 5 stelle.

È successo l’esatto contrario. La legge ha fatto perdere il Pd e vincere l’M5s. Ma non c’è da disperarsi. Perché secondo Salvini una nuova legge si può fare in una settimana. Per tornare alle urne in autunno. Ovviamente con gli elettori sempre più entusiasti e l’affluenza in continuo aumento.

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