27 settembre 2019 10:35

Il 29 settembre l’Austria torna alle urne dopo lo scandalo dell’ormai famoso video di Ibiza, nel quale l’ex vicecancelliere Heinz-Christian Strache, capo del Partito della libertà (Fpö) di estrema destra, tra fiumi di alcol offriva alla presunta nipote di un oligarca russo l’acquisto di un quotidiano austriaco e appalti pubblici in cambio di fondi neri per il suo partito. Quel video, pubblicato da Der Spiegel e Süddeutsche Zeitung, aveva provocato un terremoto politico con le dimissioni di Strache e la rottura della coalizione di governo con i popolari del cancelliere Sebastian Kurz.

Il presidente Alexander Van der Bellen, con un accenno alla “disastrosa immagine della moralità pubblica”, aveva allora affidato l’interim alla presidente della corte costituzionale Brigitte Bierlein, prima donna a governare il paese. L’esperta giurista ha scelto i suoi ministri tra personalità integerrime e competenti.

Pochi giorni dopo il suo insediamento, i giornali austriaci hanno dedicato molto spazio a un episodio: un collaboratore di Kurz aveva fatto distruggere da un’azienda specializzata alcuni hard disk usati dalla cancelleria, usando un nome falso. La vicenda ha alzato un polverone, ma è fuori dubbio che sarà Sebastian Kurz, 33 anni, a tornare nella sontuosa cancelleria viennese.

Cancelliere o divo?
Kurz sta girando l’Austria in lungo e in largo per la campagna elettorale. Due settimane fa è approdata nelle librerie una sua biografia, scritta dalla giornalista Judith Grohmann con toni adulatori che stanno provocando migliaia di reazioni ironiche su Twitter (#50shadesofkurz).

Contiene affermazioni come “a dieci mesi Kurz già correva e a un anno già parlava” e ricorda un po’ la biografia Io sono Matteo Salvini. Ecco come la giornalista descrive il suo primo incontro con il cancelliere: “Inizialmente ho visto solamente la sua silhouette. ‘Sarà davvero lui?’ ho pensato. Quei capelli neri, pettinati con rigore sul retro, e quel naso piccolo e acuto che faceva capolino dal suo volto”.

Il libro, che ricorda vagamente il best seller 50 sfumature di grigio, è stato stroncato decisamente dal presidente dell’unione scrittori Gerhard Ruiss: “È tutto meno che una biografia. È una specie di fan fiction per santificare Kurz”. Il quotidiano viennese Der Standard propone La vita di San Sebastiano come titolo più appropriato.

Strache ha escogitato una nuova strategia sul famoso video, presentandosi come vittima di una congiura

E il settimanale tedesco Der Spiegel descrive il libro come “miscuglio tra un fan book e un romanzo kitsch” e definisce l’autrice una “Cenerentola in cerca del castello”. E sulla rete si è riversata una valanga di commenti ironici di donne che raccontano finti incontri romantici con il cancelliere: “Quando l’ho baciato ho visto negli suoi occhi il riflesso rosso-bianco della bandiera austriaca”.

Difficilmente, però, l’ondata di ironia riuscirà a intaccare la popolarità di Sebastian Kurz, che a 27 anni è stato il più giovane ministro degli esteri europeo. La sua campagna elettorale la gestisce un gruppo di professionisti, e spesso i giornalisti critici sono esclusi dalle conferenze stampa.

La Volkspartei, il suo partito popolare, al quale ha imposto rigorose riforme interne, guida nettamente i sondaggi con il 33 per cento. I socialdemocratici seguono con il 22 per cento guidati dall’eloquente segretaria, Pamela Rendi-Wagner. Con loro Kurz ha governato fino a pochi anni fa – esperienza definita come “non positiva”.

Tentativo di governo con i Verdi
La destra xenofoba, che dopo le sue dimissioni ha sostituito il segretario Strache con Norbert Hofer, arriva al 20 per cento. Strache nel frattempo ha escogitato una nuova strategia sul famoso video, presentandosi come vittima di una congiura. Accusa la delegazione russa di aver alterato il vino con sostanze chimiche. In sua difesa è arrivata la moglie, dopo la separazione dei mesi scorsi: “Io so come si comporta mio marito quando è brillo. A Ibiza invece ha reagito in modo molto strano”.

Kurz non esclude una nuova coalizione con l’ultradestra della Fpö, ma pone dei paletti. Condizione principale: Herbert Kickl, ex ministro dell’interno particolarmente xenofobo, non potrà partecipare a un futuro governo. Ma a Kurz si offre anche una terza opzione: una coalizione con i verdi (dati al 15 per cento) e con la formazione liberale Neos (all’8 per cento). Due partiti divergenti e decisi a chiedere un prezzo alto in misure ambientali ed economiche. In questo caso il battagliero capo dei verdi Werner Kogler, che chiede una svolta radicale sul clima e l’abbattimento delle emissioni, diventerebbe vicecancelliere. Una soluzione difficilmente immaginabile.

Nella sua penultima seduta a una settimana dal voto, la maggioranza parlamentare di popolari e destra ha rinfocolato le polemiche rilanciando la proposta per il doppio passaporto ai sudtirolesi di lingua tedesca e ladina, invitando Roma e Vienna ai colloqui. Proposta immediatamente sconfessata dalla Farnesina come “divisiva e difficilmente comprensibile”.

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