16 aprile 2016 14:42

Flaming Lips, Space oddity
Affrontare una canzone di David Bowie è sempre pericoloso. Rischi di fare cose di cattivo gusto, come Lady Gaga (la sua recente esibizione ai Grammy sembrava un karaoke). O comunque ti limiti al compitino, come Michael Stipe (può essere un’opinione impopolare, ma la sua versione per piano e voce di The man who sold the world non mi è piaciuta). I Flaming Lips invece hanno centrato il bersaglio, dando la loro impronta acida al classico Space oddity. Le suore sexy e impasticcate fanno il resto. Piccola parentesi: oggi è il Record store day ed è uscita un’edizione speciale di The man who sold the world.

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James Blake, Timeless
Il nuovo album di James Blake è finito. L’ha confermato lo stesso musicista britannico ai microfoni della Bbc. Blake inoltre ha fatto ascoltare un nuovo brano intitolato Timeless, più convincente rispetto al precedente Modern soul. Non sappiamo ancora quando uscirà il nuovo disco, né se includerà oppure no le presunte collaborazioni con Kanye West e Bon Iver.

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Kevin Morby, Dorothy
Kevin Morby, ex bassista dei Woods e frontman dei The Babies, ha intrapreso da qualche anno una carriera solista. Tra le sue influenze cita Bob Dylan, Lou Reed e il meno conosciuto (almeno in Italia) Simon Joyner. Il suo terzo disco, Singing saw, è appena stato pubblicato. Tra i nuovi brani c’è Dorothy, costruita su un giro d’accordi che ricorda da vicino Sweet Jane. Musica derivativa, ma ispirata.

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Car Seat Headrest, Fill in the blank
Will Toledo è un cantautore di 23 anni di Leesburg, in Virginia. Nonostante la giovane età ha già pubblicato dodici album su Bandcamp. Nel 2015 ha firmato un contratto con la Matador, mettendo in piedi una vera e propria band. Il nuovo disco del gruppo, Teens of denial, uscirà il 20 maggio. Lo stile dei Car Seat Headrest ricorda da vicino quello dei Cloud Nothings. Ma nella voce di Toledo c’è sempre un retrogusto di Julian Casablancas.

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Dma’s, Lay down
I Dma’s sono australiani, ma potrebbero essere tranquillamente di Manchester, Londra o Sheffield. Il loro album d’esordio si intitola Hills end ed è un concentrato di scopiazzature di Stone Roses, Oasis, Blur, La’s, ma anche Arctic Monkeys. La maggior parte dei pezzi non sono memorabili, ma alcuni, come il singolo Lay down, si lasciano ascoltare piacevolmente.

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