06 giugno 2019 12:31

Il cambiamento climatico ha provocato la guerra in Siria? O il genocidio in Darfur? La risposta è no: “Nessun conflitto scoppia senza un leader che dia ordini e dei soldati che sparino. Nessuna atrocità è compiuta senza che degli esseri umani abbiano deciso di compierla”, scrive l’Economist.

Fatta questa premessa, un numero crescente di studiosi avverte che il cambiamento climatico rende più probabili i conflitti, in particolare in alcune aree del pianeta. L’aumento della frequenza e dell’intensità di fenomeni estremi come siccità e alluvioni, e la loro maggiore variabilità e imprevedibilità, rendono vulnerabili intere regioni, dal Ciad al Bangladesh, dalla Nigeria allo Yemen. Tutti posti dove l’emergenza climatica, unita a povertà e malgoverno, rischia di fare da detonatore. E di far precipitare i paesi in una spirale perversa, perché le guerre aumentano la povertà, che a sua volta alimenta le guerre. Con un altro fattore chiave: la disuguaglianza.

Lo raccontano bene sulla rivista Nature due geografi, Mark Pelling, del King’s college di Londra, e Matthias Garschagen, della Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco. In Mozambico, per fare un esempio recente, due terzi della popolazione vivono in estrema povertà. Tra marzo e aprile il paese è stato colpito da due cicloni, lasciando più di mille vittime e tre milioni di persone che hanno bisogno di aiuti. Le zone più colpite sono state proprio quelle rurali, povere e isolate, tagliate fuori dai soccorsi.

Ma se è chiaro dove bisogna intervenire, è altrettanto chiaro che la risposta al cambiamento climatico deve guardare ai bisogni dei più deboli, scrivono Pelling e Garschagen, mettendoli al centro dei processi decisionali: “Il cambiamento climatico sta trasformando il nostro mondo. Dovremo adattarci. E combattere la povertà e le disuguaglianze allo stesso tempo”. È una doppia sfida. La buona notizia è che, se lo vogliono, gli esseri umani possono fare molto.

Questo articolo è uscito sul numero 1310 di Internazionale. Compra questo numero|Abbonati

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