30 luglio 2020 13:06

Insieme all’industria del turismo, anche i giornalisti che si occupano di viaggi sono stati colpiti dal covid-19. Al New York Times, per esempio, di solito sono così tanti a scrivere nella sezione Travel che ce n’è uno che si occupa solo di viaggi economici e ha una rubrica chiamata Frugal traveler. Poi ce n’è un altro, scelto a rotazione, che viaggia tutto l’anno, senza interruzione. La redazione seleziona 52 posti in giro per il mondo e il prescelto li visita tutti di fila nell’arco di dodici mesi. E una volta alla settimana scrive un articolo per raccontare il luogo in cui si trova.

Nel 2019 il giornalista selezionato era stato Sebastian Modak, un reporter free lance. In un anno ha preso 88 voli per un totale di 192.754 chilometri (un incubo dal punto di vista ambientale) con 44 compagnie aeree e, ci ha tenuto a precisarlo, un solo volo perso. Ha anche percorso 10.974 chilometri in auto, fatto 48 viaggi in nave e 45 in treno, e passato undici ore sotto il mare. Viaggiando ha fatto amicizia con 92 esseri umani e 39 tra cani e gatti. Non ha mai saltato un appuntamento con la sua rubrica, da Puerto Rico alla Nuova Zelanda, passando per Doha, il Gambia e le Cinque Terre, in Liguria. Nel 2020 ovviamente il New York Times non ha potuto ripetere l’esperimento. Però c’è un’altra rubrica di viaggi che, inizialmente sospesa per la pandemia, sta avendo successo nelle ultime settimane. Si chiama Tripped up, letteralmente “inciampato”, e la tiene Sarah Firshein. Raccoglie da lettrici e lettori esperienze di viaggio disastrose, e le racconta dando qualche suggerimento. All’inizio erano soprattutto storie di bagagli smarriti, alberghi fatiscenti, intossicazioni al ristorante. Poi si è trasformata in uno spazio per dare consigli su voli annullati e vacanze alternative. In fondo anche la lettura può essere una vacanza.

Benvenuti nel numero dei viaggi. Internazionale va in vacanza. Sarà di nuovo regolarmente in edicola il 21 agosto.

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