20 aprile 2016 11:20

Se parlate un po’ di cambiamenti climatici con gli scienziati, li sentirete ripetere un’espressione usata raramente nelle discussioni pubbliche. Quell’espressione è “non lineare”.

La maggior parte delle persone crede che il riscaldamento climatico aumenti un po’ per volta, magari in modo inesorabile, ma anche prevedibile. Purtroppo, la maggior parte delle persone si sbaglia. Il clima è un sistema molto complesso, e i sistemi complessi possono mutare in maniera non lineare.

In pratica, se continuiamo a immettere gas serra nell’atmosfera non possiamo dare per scontato che la temperatura media globale aumenti in maniera costante ma lieve. Potrebbe accadere, ma potrebbe anche verificarsi un improvviso sbalzo nella temperatura media globale che avrebbe effetti devastanti. E può darsi che sia quello che sta accadendo adesso.

Record mensili

“Stiamo entrando nell’ignoto a una velocità spaventosa”, ha spiegato a novembre l’ex segretario generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale Michel Jarraud riferendosi al fatto che il pianeta si sta riscaldando a una velocità mai registrata prima.

Il 2014 era stato l’anno più caldo di sempre, ma il 2015 lo ha battuto con un ampio margine. Con ogni probabilità il 2016 batterà questo primato con un margine ancora maggiore. Il gennaio scorso è stato il più caldo di sempre e la temperatura media globale di febbraio è stato di un quinto di grado più alta di quella del mese precedente.

Si tratta di un grosso sbalzo, visto che la “temperatura media globale” è una media di tutte le temperature registrate in mare e sulla terraferma sia nell’emisfero australe sia in quello boreale. Normalmente è un valore molto stabile, che cambia al massimo di qualche centesimo di grado da un anno all’altro.

Ma marzo non è stato solo molto più caldo di febbraio. Lo è stato di un margine ancora maggiore rispetto a quello che c’è stato tra febbraio e gennaio. A dire la verità, ciascuno degli ultimi undici mesi ha battuto il primato precedente di temperatura media in quel mese dell’anno.

Abbiamo già raggiunto metà dell’aumento di due gradi che i governi hanno promesso di non superare

Alcune persone cercano di giustificare tutto questo dando la colpa a El Niño, un aumento periodico della temperatura della superficie oceanica nel Pacifico orientale che modifica l’andamento delle precipitazioni in tutto il mondo, provocando siccità in alcune zone e inondazioni in altre. Ma El Niño è un aumento locale della temperatura, che normalmente non influisce più di tanto sulla temperatura media globale.

Una tendenza più ampia

El Niño non era neanche cominciato quando il 2014 ha battuto tutti i primati di temperatura media globale. Ha influenzato seriamente l’andamento climatico di tutto il 2015, ma i climatologi ritengono che sia stato responsabile di appena il 10 per cento del riscaldamento record di quell’anno. Il 2015 sarebbe stato più caldo del 2014 anche senza El Niño. Ed è stato di gran lunga più caldo dell’ultimo anno in cui si era verificato El Niño, il 1997.

Quanto alla preoccupante accelerazione del riscaldamento degli ultimi tre mesi, non ci sono precedenti in nessun anno nel quale si fosse verificato El Niño, né in alcun altro anno in generale. Potrebbe trattarsi di una fluttuazione casuale e a breve termine della temperatura media globale, ma, visto che arriva dopo il surriscaldamento record del 2014 e del 2015, è molto più verosimile che sia parte di una tendenza più ampia.

Potrebbe trattarsi di un cambiamento non lineare, improvviso e irreversibile del clima? Sì. E se così fosse, fino a dove si spingerà prima di stabilizzarsi nuovamente a una temperatura media globale più elevata? Nessuno lo sa.

Lo scorso anno la temperatura media globale è stata un grado più alta rispetto alla media dell’epoca preindustriale. Abbiamo già raggiunto metà dell’aumento di due gradi che tutti i governi del mondo hanno promesso di non superare mai. Ma perlomeno questo aumento è avvenuto lentamente su un arco di due secoli.

Reazioni incontrollabili

La soglia dei due gradi di aumento è molto importante, perché una volta raggiunta, il riscaldamento scatenerà delle reazioni incontrollabili: lo scioglimento dei ghiacci dell’Artico e del permafrost, e immense emissioni di anidride carbonica da parte degli oceani surriscaldati. Oltre la soglia dei due gradi non sarà più sufficiente azzerare le nostre emissioni di gas serra per fermare il riscaldamento.

Alla conferenza sul clima di Parigi dello scorso dicembre c’era ancora la speranza di evitare queste reazioni, perché il livello di riscaldamento a cui eravamo abituati ci avrebbe comunque concesso circa 25 anni per tagliare le emissioni prima di toccare i due gradi di aumento. Ma se l’attuale aumento non lineare del surriscaldamento dovesse continuare potremmo raggiungere un aumento di un grado e mezzo entro la fine di quest’anno.

Naturalmente gli scienziati non lo ammetteranno mai in pubblico, ma sono davvero molto preoccupati. Come ha recentemente dichiarato il professor Stefan Rahmstorf del Potsdam institute of climate impact research, “ormai siamo in una sorta d’emergenza climatica”.

Non sono uno scienziato, ma dieci anni fa ho passato quasi un anno a intervistare quasi tutti i principali climatologi per un libro che stavo scrivendo, e ho imparato che tutti i nostri calcoli sul clima potrebbero essere improvvisamente spazzati via da un evento non lineare. E può darsi che quel momento sia arrivato.

(Traduzione di Federico Ferrone)

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